‘Ndrangheta, operazione polizia-FBI: un “ponte” Calabria-USA per soppiantare Cosa Nostra

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Un ‘ponte’ tra la Calabria e gli Stati Uniti, per consentire alle ‘ndrine e alle famiglie mafiose americane di aprire un nuovo canale per il traffico di droga tra le due sponde dell’oceano. Era questo, secondo quanto si apprende, l’intento dell’organizzazione scoperta dalla Polizia e dall’ Fbi, che ha portato al blitz. Secondo inquirenti e investigatori l’organizzazione puntava a conquistare, nel tempo, il posto occupato per anni dai clan di Cosa Nostra.

Il blitz della Polizia e dell’ Fbi che ha portato all’arresto di 26 persone, e’ la prosecuzione dell’operazione del 2008 che fu chiamata “Old Bridge” – anche quella condotta in collaborazione tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e il Federal Bureau of Investigation – e che svelo’ le connessioni nel traffico di droga tra le famiglie mafiose siciliane e quelle oltreoceano. Quasi sei anni dopo, pero’, al posto dei clan palermitani e’ subentrata la ‘ndrangheta che si conferma l’organizzazione criminale italiana piu’ potente e l’unica in grado di trattare direttamente con i cartelli sudamericani. L’indagine, sottolineano inoltre gli investigatori, dimostra proprio la forza dei cartelli calabresi e le mire espansionistiche delle ‘ndrine, che puntano a trovare nuovi alleati per ‘allargare’ il proprio mercato. Con l’operazione Old Bridge la polizia e l’Fbi ruppero l’alleanza fra le famiglie mafiose palermitane collegate a Salvatore Lo Piccolo e appartenenti alla famiglia Gambino di New York, la stessa con cui erano in ‘affari’ alcuni degli arrestati di oggi. Nel febbraio di 6 anni fa furono arrestati, con le accuse di associazione mafiosa, omicidio, estorsioni e altri gravi reati, una ottantina di persone. Le indagini accertarono, in particolare, i legami tra Cosa Nostra americana e gli esponenti delle famiglie del mandamento di Passo di Rigano – Boccadifalco, storica emanazione negli Usa di Cosa Nostra siciliana. E proprio negli Stati Uniti trovarono rifugio diversi mafiosi palermitani, tra cui gli Inzerillo, che riuscirono a scappare alla mattanza messa in atto dai Corleonesi di Toto Riina negli anni ottanta.

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