Nelle mire dei giovani ladri è finita questa volta la piscina interna dell’importante area verde del capoluogo, i cui impianti elettrici ed idraulici devono essere stati giudicati obiettivi certamente remunerativi in ragione dell’elevato quantitativo di componentistiche in rame da poter arraffare, senza ovviamente prendere in considerazione gli ingenti danni che in tal modo vengono sovente causati a strutture patrimonio della città e dei suoi cittadini. E’ ancora il prezioso metallo la molla che ha innescato l’azione dei malfattori: l’“oro rosso”, questo il calzante appellativo per le recenti quotazioni che raggiunge sul mercato, assume sempre più il ruolo di “bene rifugio” per i criminali di oggi, i quali, con crescente frequenza, valutano conveniente tentare di depredare strutture pubbliche e private (reti elettriche, linee ferroviarie, pluviali di abitazioni, etc.) per accaparrarsi quantitativi di metallo da poter facilmente rivalutare in denaro corrente mediante la vendita sul mercato a soggetti che non fanno troppe domande.
Immediatamente portati in caserma, le successive indagini poste in essere nel corso della notte hanno permesso di accertare come i tre giovani avessero scavalcato sia la recinzione perimetrale della Villa Dante che quella interna della piscina, per poi forzare la porta d’ingresso ai locali tecnici della struttura, all’interno dei quali sono stati sorpresi dai militari mentre operavano sugli impianti. In un angolo avevano già ammassato in un sacco nero diversi quantitativi di componenti di rame per facilitarne il successivo trasporto.
Almeno, seppur giovani, i tre hanno avuto l’accortezza di staccare la corrente prima di mettere mano sugli impianti; in altre occasioni è infatti capitato che la brama del rame abbia tradito alcuni malfattori, rimasti folgorati mentre con tragica fretta mettevano le mani sull’agognato metallo.
Al termine degli accertamenti, per il ventenne sono scattate le manette e, dopo una notte in camera di sicurezza, nel corso del rito direttissimo ha patteggiato una pena di anni due di reclusione ed euro 600,00 di multa. I due minorenni, invece, venivano riconsegnati ai genitori e denunciati in stato di libertà in ragione della loro età e dell’assenza di pregiudizi penali a loro carico; dovranno comunque a breve affrontare analogo procedimento penale presso il Tribunale per i Minorenni di Messina.