Reggio, il prof. Cantarella su rifiuti urbani e raccolta differenziata [FOTO]

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rifiutiDi seguito la nota diffusa dal Prof. Giuseppe Cantarella, Presidente dell’Associazione Culturale SBARRE Centro Documentazione di Reggio Calabria: L’osservazione della realtà esistente a Reggio Calabria riguardo alle modalità di raccolta dei rifiuti, ed alle conseguenti condizioni igieniche ed ambientali in cui versa la nostra città, ci induce immediatamente ad una prima amara riflessione: si tratta di un sistema che, nel suo complesso, non funziona in maniera efficiente.

Sappiamo che, in Italia, la gestione dei rifiuti è di competenza regionale. Già questa ci sembra un’impostazione discutibile, dal momento che determina, sul territorio nazionale, realtà molto differenti fra di loro: accanto a Comuni “virtuosi”, che si trovano prevalentemente al Nord, troviamo Comuni che ancora oggi basano la propria filiera di raccolta sul sistema dell’indifferenziato da conferire in discarica, e si tratta di esperienze quasi sempre riscontrabili al Sud. A nostro giudizio, invece, bisognerebbe introdurre, in Italia, una sorta di “Piano Nazionale dei Rifiuti” con direttive uguali a cui gli 8.101 Comuni italiani debbano uniformarsi obbligatoriamente.

Poi bisogna introdurre alcuni precisi vincoli: il primo di questi è l’abolizione delle discariche. In Calabria siamo ancora al sistema delle discariche, vale a dire nella Preistoria. Pervenire all’abolizione delle discariche non è semplice, ce ne rendiamo conto, ma occorre una svolta radicale. Intanto, è necessario un cambiamento culturale: quelli che, impropriamente, vengono chiamati rifiuti, in realtà rappresentano vere e proprie materie prime secondarie , posto che tutto quanto noi buttiamo nel cassonetto è recuperabile e riciclabile, vale a dire è possibile avviare ad appositi centri industriali tutto quanto viene conferito in discarica. Ed in un Paese come l’Italia, così povero di materie prime, è un comportamento veramente discutibile anche dal punto di vista economico, oltre allo scontato impatto ambientale di cui le cronache quotidianamente ci informano (l’ultima storia è quella che viene dalla Campania, dalla c.d. “Terra dei fuochi”).

L’abolizione delle discariche deve accompagnarsi alla rimozione dei cassonetti dell’indifferenziato dalle strade delle nostre città. A Reggio Calabria, in tutti i posti dove i cassonetti sono ubicati, si osserva un elevato degrado ed un significativo danneggiamento della sede stradale, dei marciapiedi, sporcizia e cattivi odori.

La raccolta differenziata dovrebbe essere affidata alla sensibilità ed al senso civico dei cittadini. In città come Reggio Calabria, dove il senso civico è veramente minimo, un’ utile strategia per promuovere la raccolta differenziata è rappresentata dal conferimento incentivato, sul modello di Curitiba, in Brasile. Nella città brasiliana è in funzione, da anni, un sistema che prevede uno scambio fra 4 kg di materiale riciclabile con 1 kg di frutta o verdura.

A Piacenza, invece, è stato concepito un sistema che utilizza una tessera punti che funziona all’incontrario: ogni conferimento determina una riduzione sull’importo da pagare il 31 Dicembre al Comune.

A Reggio Calabria noi riteniamo che si potrebbe prevedere anche la consegna di buoni pasto: i clandestini presenti sul territorio, molti dei quali stanno ai semafori od all’uscita dai supermercati o dalle chiese, a chiedere l’elemosina, potrebbero dedicarsi a questa iniziativa e risolvere, in questa maniera, il problema dell’alimentazione, rendendo pulita la città con un costo veramente modesto.

Accanto al conferimento incentivato all’isola ecologica, andrebbe istituito il servizio di raccolta porta a porta, per tutte quelle persone, ed in particolare gli anziani, che non possano portare i materiali alle isole ecologiche.

Ma una grande produzione di materiali riciclabili proviene dagli esercizi commerciali: anche per essi andrebbero stipulati appositi accordi per la raccolta porta a porta con pagamento di una tariffa adeguata, oppure l’impegno del conferimento incentivato all’isola ecologica. Ristoranti, bar, pizzerie, tavole calde, gastronomie, .. producono ogni giorno una enorme quantità di vetro, alluminio, plastica e carta che andrebbero indirizzate in maniera capillare al riciclaggio. Ovviamente, con controlli severi e puntuali.

Anche dentro gli uffici, scuole, ospedali, … si registra una elevata produzione di materiali riciclabili, anche in relazione alla sempre maggiore diffusione degli apparecchi distributori di bevande e di snack.

Per non parlare, sempre a Reggio Calabria, di quegli inutili raccoglitori di rifiuti indifferenziati in metallo nero disseminati per le strade, caricati con una busta di plastica nera, dove si getta di tutto. Questi raccoglitori andrebbero rimossi e sostituiti con appositi cassoni distinti per materiale, come si osserva all’area di servizio autostradale di Pizzo Calabro, in provincia di Vibo Valentia.

Accanto all’importanza sul piano ambientale dell’abolizione delle discariche, è giusto sottolineare la ricaduta sul piano economico di un sistema corretto di gestione delle materie prime secondarie. L’eliminazione dei costi di trasporto in discarica determina economie che possono essere ottimamente impiegate per il pagamento della retribuzione agli operai che effettuano la raccolta porta a porta, quindi con interessanti ricadute sul piano occupazionale. Anche qui un esempio è illuminante: il Comune di Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, che viaggia verso il 90 % di raccolta differenziata, ha assunto 11 operai per la raccolta porta a porta con il risparmio effettuato sui costi relativi al conferimento in discarica.

Ma esiste ancora un ultimo vantaggio: che i residenti, con un sistema simile, pagano di meno sulla “bolletta”: sempre a Ponte nelle Alpi, il risparmio per ciascuna famiglia è tale che, se correttamente seguita la filiera, ogni famiglia si trova a pagare intorno ai 160 Euro ogni anno.

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