Intervista a Lia Staropoli, il volto sano dell’antimafia calabrese: “solo il sostegno alle forze dell’ordine potrà sconfiggere la mafia”

StrettoWeb

Lia Staropoli, Presidente dell’Associazione “ConDivisa – Sicurezza e Giustizia”, è uno dei volti più sani dell’anti-mafia calabrese: vive a Limbadi ed è componente nazionale del Movimento “Ammazzateci tutti”, oltre ad essere il legale rappresentante del Sindacato di Polizia SAP di Vibo Valentia. Insieme ai ragazzi del movimento antimafia “Ammazzateci Tutti” da sempre è impegnata nel sostenere le Forze dell’Ordine, “come dovrebbe fare la società civile soprattutto nelle zone ad altissima densità mafiosa” spiega ai microfoni di StrettoWeb.

Le sue parole suonano come un duro campanello d’allarme nei confronti di una società troppo spesso apparsa rassegnata e scettica sulla possibilità di sconfiggere la criminalità, a maggior ragione di questi tempi in cui rappresentanti istituzionali e sociali considerate “paladine” di giustizia e legalità, invece, sono finite addirittura dietro le sbarre per soprusi, illeciti, ingiustizie e falsità.

Nelle roccaforti della ‘ndrangheta – spiega Lia Staropoliil punto di forza di boss ed affiliati è proprio il “consenso sociale” da parte dei cittadini “onesti”, se solo il consenso sociale venisse conferito alle Forze dell’Ordine cambierebbe tutto e le organizzazioni criminali così come le conosciamo cesserebbero di esistere. Invece preesiste una mentalità che alimenta costantemente l’avversione nei confronti di coloro che indossano una uniforme, e questa visione che trae origine dalle impostazioni delle organizzazioni criminali viene incrementata continuamente anche da cittadini estranei alle stesse, ma che comunque indirettamente continuano a fare gli interessi di boss ed affiliati. Delegittimando in questo modo le Forze dell’Ordine si ottiene il risultato di disincentivare le denunce ed ogni forma di collaborazione con le Istituzioni, e di favorire ogni forma di criminalità. La legalità ed il controllo del territorio devono essere obiettivi comuni tra cittadini e Forze dell’Ordine“.

E’ un problema che possiamo circoscrivere solo alla Calabria, o più generale?

Purtroppo questa insofferenza nei confronti di poliziotti, carabinieri, militari della guardia di finanza, e di coloro che li sostengono, non la si trova solo nelle roccaforti della criminalità organizzata al sud, provate ad andare nei cantieri della Tav, come nelle carceri, aggressioni fisiche e minacce nei confronti dei poliziotti penitenziari sono all’ordine del giorno“.

Che dire, invece, dei professionisti dell’antimafia?

Sono cresciuta in una zona ad altissima densità mafiosa e per necessità ho imparato a valutare attentamente, e non mi sono legata mai né ai mafiosi e né ai “professionisti dell’antimafia” , a coloro che dell’antimafia hanno fatto un mestiere, perché i profitti e le prospettive di guadagno, anche in questo settore delicatissimo creano dei nemici e delle rivalità, noi realizziamo gratuitamente quello che molti realizzano con fondi da capogiro. Non tarda il disincanto nel capire che i nostri nemici non sono solo i mafiosi con un curriculum criminale considerevole. Una volta da qualche parte ho letto una frase “I Mostri peggiori non si nascondo nel buio, ma ti guardano negli occhi e ti sorridono”. E tra coloro che mi attaccano non ci sono solo mafiosi ma anche persone che si ammantano di legalità, ho vissuto l’orrore di dover assistere impotente ad un componente di ben tre famiglie di ‘ndrangheta che si allea con un membro di una associazione antimafia nel delegittimare, minacciare e diffamare la sottoscritta, in uno spazio pubblico, scambiandosi persino reciproci complimenti. I nostri unici alleati nelle roccaforti della mafia sono gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine, da sempre la sola certezza, continuamente al nostro fianco, la Polizia Penitenziaria, l’Arma dei Carabinieri, la Polizia di Stato, iniziative e progetti insieme. E per ogni evento a Vibo Valentia ho sempre speso tutto di tasca mia facendomi bastare al massimo duecento euro, suddivise tra brochure, locandine e una o due targhette, le sale le ho sempre chieste in prestito a titolo gratuito come l’Auditorium della Suola Allievi Agenti di Polizia o l’Auditorium della Polizia Penitenziaria. Trovo le ingenti somme stanziate per le prestazioni dei “professionisti dell’antimafia” a dir poco scandalose. I Carabinieri non hanno la carta per stampare mentre le “icone marce” si permettono lussi con i fondi dei cittadini“.

In che modo la società civile può sostenere le forze dell’ordine nella lotta alla criminalità?

Gli uomini e le donne in divisa sono gli unici a realizzare l’autentica antimafia con costanti sacrifici, con pochi mezzi a disposizione e con mirabile umanità, stremati da turni, da tagli e da suicidi, demoralizzati da una opinione pubblica che invoca maggiore sicurezza ma che è sempre pronta a dilaniarli. Da una stampa pronta a processarli come mostri. E Dobbiamo essere grati anche agli investigatori dell’intelligence determinanti per la Sicurezza Nazionale. Spesso gli operatori in uniforme sono nostri coetanei che provengono anche loro da zone ad altissima densità mafiosa, condividiamo con loro gli stessi valori, gli stessi progetti, un percorso comune che ha portato alla nascita di una associazione al sud, proprio in una delle roccaforti della ‘ndrangheta, una associazione che opera esclusivamente per supportare gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate su tutto il territorio nazionale, “ConDivisa” – Sicurezza e Giustizia. L’Associazione si propone di tutelare gli uomini e le donne che appartengono ai Corpi di Polizia ed ai Corpi Militari. Di consentire loro di svolgere il proprio lavoro in totale sicurezza, difendendone la professionalità e l’immagine, promuovendo i valori etici e sociali che caratterizzano gli operatori delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate“.

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