Il futuro del porto di Messina: che non diventi il nuovo Tirone!

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Messina- Madonnina del Porto- zona falcataIl traffico gommato sarà dirottato sul porto di Tremestieri. Sembra essere questa la certezza del sindaco di Messina, Renato Accorinti, che prevede di rendere operativi anche i due porti di emergenza di Tremestieri entro una ventina di giorni e porre così fine al transito dei tir in città (tranne quelli diretti al molo Norimberga per la rotta Messina- Salerno).

Il dibattito sul transito dei tir dentro la città di Messina è forse, insieme a quello sul ponte sullo stretto, uno dei principali argomenti che divide da anni i cittadini in due schieramenti pro e contro quest’iniziativa.

Facile capire le prese di posizione dei messinesi sulla questione: con i tir in città, aumentano il traffico e il rumore; senza tir, la mobilità è più sostenibile.

Tuttavia, se la questione si trascina da anni non è solo colpa dei ritardi amministrativi.

Dismettere un porto come quello di Rada S. Francesco non significa solo risolvere un problema logistico. Significa pensare alle conseguenze nel medio e lungo termine per Messina, significa impedire che si crei un’ulteriore cicatrice nel volto della città da lasciare al degrado e al vandalismo come purtroppo avviene per altri luoghi che restano lì a guardarci solo come testimoni di un passato più fortunato; significa evitare che si formi un vuoto urbano paralizzato da inattività politica e burocratica.

Dismettere Rada S. Francesco deve significare la progettazione di nuovi spazi per gli abitanti.

In realtà, Messina non è pronta né per dirottare il traffico gommato verso la zona sud, né per riorganizzare lo spazio antistante il Viale della Libertà.

In primo luogo, non si può pensare di trasferire tutti i tir verso Tremestieri senza prima aver creato un porto adeguatamente attrezzato che smisti in modo fluido i tir verso l’autostrada, solo per ottenere consensi nell’immediatezza.

In secondo luogo, bisogna avere tra le mani progetti concreti per l’immediata riqualificazione di rada S. Francesco, budget sicuri, e tempi di realizzazione concordati. In tal senso, i cittadini si sono già attivati con iniziative spontanee come quella dell’arch. Arrigo che raccoglie progetti sulla pagina Facebook ‘Proiezioni per una Messina migliore’.

Purtroppo, Messina ha troppe zone dimenticate, quartieri degradati, viali dissestati che attendono da decenni interventi adeguati: Maregrosso, il Tirone, tanto per fare due nomi.

Non rendiamo il porto di Messina l’ennesimo esempio della miopia della classe politica o il nuovo piatto forte che riempirà la bocca della prossima élite dirigente di false promesse e sterili chiacchiere.

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