“Facebook potrebbe morire entro il 2017”: l’intuizione arriva d’oltreoceano

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fb_icon_325x325Il mondo virtuale dei social network è oggi sempre più vario. Nuove piattaforme vengono aperte ogni giorno ma solo poche raggiungono il successo. Facebook senza dubbio ha dato il via al filone della buona riuscita dei social, ma in tanti lo stanno rincorrendo. Twitter, Instagram stanno prendendo piede, a due livelli differenti però; se il primo è diventato di grande aiuto anche per quanto riguarda l’informazione giornalistica e non, Instagram è per lo più usato e seguito dai giovanissimi, dagli amanti di moda e fotografia. Cambiano i nomi ma il principio resta invariato: oggi si vive in rete.

Rapporti a distanza, comunicazione mediata al computer, velocità, sincronismo, sono tutte caratteristiche che Internet e i social ci offrono. Come sempre, per quanto riguarda tutte le grandi innovazioni, si schierano in campo da un lato gli ottimisti e dall’altro i pessimisti.  Parlando dei secondi, recentemente sono stati avviati degli studi che delineano uno scenario catastrofico per il precursore di tutti i social network: “Facebook come un virus in via estinzione, perderà l’ 80% degli utenti”. Questa è una frase che si legge in molti articoli e notizie dal mondo, una frase che deriva da una ricerca condotta oltreoceano. Lo studio è stato pubblicato sul web ed è ancora in fase di valutazione; è stato condotto da John Cannarella e Joshua Spechlere, due dottorandi dell’Università americana di Princeton, secondo cui le idee si propagano come le malattie, sono un’infezione che invade le persone prima di morire. Facebook, che tra pochi giorni festeggerà il suo decimo anniversario, è il protagonista intorno a cui gira questa intuizione. È visto come un virus in via di estinzione per il fatto che perderà nel giro di circa tre anni l’80% dei suoi utenti. La data di scomparsa è prevista per il 2017, in seguito ad una perduta annuale del 20%, dopo l’apice di iscrizioni raggiunto nel 2012. I due aspiranti dottori in Ingegneria Meccanica e Aerospaziale, sostengono che Facebook stia generando una sorta di epidemia, la dipendenza, che inizierà a ritirarsi rapidamente con il contatto tra coloro che loro chiamano “malati” e i “non malati”. La vicinanza tra i due gruppi farà perdere l’interesse che oggi si dimostra nei confronti del social.

princeton-university-imageNel corso degli anni molte piattaforme virtuali sono scomparse, MySpace ne è l’esempio, quello su cui si sono basati i due studenti, ma si deve anche dire che altrettante si riaggiornano continuamente, hanno sempre più follower.

Non è la prima volta che l’esistenza di Facebook viene messa in discussione. Nel 2012 il manager americano  Eric Jackson aveva dichiarato ai microfoni della CNBC che Facebbok sarebbe retrocesso da lì al massimo di 8 anni, affossato dal Web mobile. Secondo Jackson, infatti, saremmo nel mezzo della  terza era di Internet, quella in cui si deve sapere monetizzare le piattaforme mobili e Facebook, per lui, non si sarebbe mostrato in grado di farlo.

La recente realtà smentisce senza dubbio tutte queste intuizioni. Non per niente Facebook, come del resto gli altri social di più successo, è sempre seguito e usato anche dai cellulari, tablet e quant’altro.

Il giovane Mark Zuckerberg per adesso può continuare a dormire sogni tranquilli, con i suoi 19 milioni di dollari di fortuna stimata.

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