Armi chimiche a Gioia Tauro: Pierpaolo Zavettieri (Riformisti Italiani) interviene sul caso

StrettoWeb

porto-gioia-tauroDi seguito la nota diffusa da Pierpaolo Zavettieri – Coordinatore “Riformisti Italiani”: Soltanto qualche giorno fa, i Ministri Bonino agli “Esteri” e Lupi ai “Trasporti” hanno comunicato che presso lo scalo portuale di Gioia Tauro saranno effettuate operazioni di trasferimento di armi chimiche di origine siriana per poi farle “brillare” in acque internazionali; pare si tratti della più importante operazione di disarmo negli ultimi dieci anni.

La Calabria, il mezzogiorno e in questo caso la Provincia di Reggio, sembrano essere divenuti la “pattumiera” d’Italia e del mondo intero, luogo ove tutto è concesso come qualche tempo fa quando fu proposto di fare a Scanzano Jonio un deposito nucleare, per non parlare del termovalorizzatore di Gioia Tauro e il suo raddoppio.

In questa vicenda sta emergendo il ruolo incisivo svolto dai Sindaci dei Comuni di San Ferdinando, Gioia Tauro e Rosarno a presidio diretto dell’area portuale. Particolare rilievo va dato alla determinazione del Sindaco Domenico Madafferi di San Ferdinando (comune in cui ricadono oltre il 70%  delle banchine portuali) nell’essere disposto ad adottare misure rilevanti quali l’ordinanza di chiusura del Porto al fine di suscitare  una reale attenzione da parte del governo. Il fronte del “NO” di codesti Sindaci, sin qui in prima linea, ha bisogno però di essere alimentato con la compartecipazione di tutti gli amministratori locali, dirigenti sindacali, liberi cittadini e soprattutto dai parlamentari calabresi.

È necessaria da parte di tutti una azione decisa al fine di debellare il paradosso rappresentato da un territorio con un tasso di disoccupazione a due cifre, fra le altre cose, in presenza di situazioni “detonanti” come quella del campo migranti di San Ferdinando, quasi al limite di una seconda sommossa, in cui l’attuale esecutivo nazionale si fa vivo  solo quando si tratta d’investire in modi pericolosi e deflagranti per l’intera Calabria.

Inoltre, Gioia Tauro sarebbe stato scelto perché considerato più sicuro e di più facile gestione in caso di proteste e manifestazioni. Non è chiaro, a tal proposito, se il governo ipotizza minori rischi nell’area portuale pianigiana per le buone condizioni logistiche, oppure cosa che dovrebbe far  riflettere, punta ad una ahimè comprovata rassegnazione del popolo calabrese.

Al Governo va ricordato che si dovrebbero offrire opportunità ben diverse, in termini di Cultura, Ambiente, Istruzione e Lavoro. Interessante, ad esempio, la proposta di alcuni amministratori del luogo, ovvero far svolgere presso lo scalo portuale Gioiese le operazioni di smantellamento della nave Concordia con ricadute fortemente positive sotto il profilo occupazionale per l’intera comunità.

Sarebbe stato corretto da parte dell’“esecutivo” (per di più retto da “larghe intese”) informare preventivamente le istituzioni Regionali, Provinciali e Comunali al fine di valutare congiuntamente eventuali condizioni favorevoli all’espletamento di tale complessa operazione. Solo in tal modo si sarebbero potuti evitare ad un’intera popolazione lunghi momenti di confusione e sgomento.

Da rilevare inoltre che presso il così tanto decantato scalo portuale, quale luogo di sicurezza, sembrerebbe non esservi nelle imminenti vicinanze la presenza di un nosocomio attrezzato a possibili inconvenienti che potrebbero avvenire durante le fasi di trasbordo.

Pertanto, il sottoscritto ed i “Riformisti Italiani” si schierano “senza se e senza ma” con gli Amministratori ed i cittadini calabresi, rimanendo in attesa di una spiegazione esaustiva da parte degli organi di Governo ed al fine di ottenere precisazioni e chiarimenti, in primo luogo riguardanti gli aspetti della sicurezza per le operazioni.

Nel frattempo invitano tutti i cittadini e le Istituzioni della Calabria a partecipare all’incontro di Lunedì presso il Comune di San Ferdinando, promosso dal Coordinamento dei sindaci della Piana (preliminare alla convocazione delle Autorità con competenza sul “Porto” da parte del Governo – prevista per martedì 21c.m.) e si impegnano a richiedere la convocazione di un Consiglio Provinciale straordinario ove sarà necessario coinvolgere la Prefettura (Ufficio territoriale del Governo)  e i rappresentanti delle Istituzioni per far luce su una vicenda dai tratti opachi.

Qualcuno in questo contesto ha tentato di teorizzare che “in Siria sono morti in tanti a causa della guerra, che in due settimane gli scontri tra ribelli siriani e jihadisti hanno causato la morte di almeno 1.069 persone, in gran parte estremisti e che la Calabria potrà essere parte di un progetto umanitario e di pace enorme ricordato sui libri di storia”; premesso che sia doveroso che l’argomento venga affrontato da tutti con la massima prudenza, sulla base di tali dichiarazioni la mia convinzione è che sia preferibile non essere ricordati sui libri di storia se ciò può comportare un rischio per la contaminazione del nostro ambiente, ma battersi per la difesa del territorio ed in questo caso anche per la tutela dei fondamentali principi democratici.

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