Reggina, ecco “La strada verso la salvezza”. L’editoriale di Ferdinando Ielasi (RNP)

StrettoWeb

Atzoridi Ferdinando Ielasi* – La settimana andata agli archivi, ha fatto registrare veri e propri sussulti in casaReggina: nuovo cambio di allenatore, nuovi scenari all’interno della gestione tecnica. A non cambiare, purtroppo, è ancora una volta il risultato, con gli amaranto sempre più a rischio retrocessione. Abbiamo provato a raccontarvi le ultime vicende nel migliore dei modi, prima anticipando cosa sarebbe successo e poi arrivando fino al Rigamonti di Brescia, teatro dell’ultima sfida della compagine dello Stretto.

Dopo la cronaca, è arrivato il momento dell’analisi. La situazione della Reggina, si commenta da sola: penultimo posto in classifica, -4 dai playout e -5 dalla salvezza diretta. Numeri da mettersi le mani nei capelli, ombre minacciose sul presente e sul futuro, proprio nell’anno in cui a Reggio si festeggia un secolo di calcio. Dall’incubo tuttavia, si può ancora uscire. Provare a salvare la barca dal naufragio, è un dovere collettivo. Non scopriamo certo l’acqua calda, evidenziando come una retrocessione segnerebbe il punto di non ritorno per chiunque ami questi colori.

Ma facciamo un passo indietro, come sempre avviene in casi del genere. Al momento dell’esonero di Gianluca Atzori, ci eravamo espressi parlando di ‘uno dei più gravi errori commessi in 27 anni di Reggina Calcio‘. Non si trattava certo di ‘gioco dei compari‘ o di amicizie personali (quando impareremo a rispettare l’altrui opinione?), così come successo quando abbiamo difeso a spada tratta un altro fior di allenatore come Davide Dionigi.  Si trattava solo di una valutazione serena e razionale, figlia di dati oggettivi. Per il bene di questi colori, abbiamo anche sperato di essere smentiti, ma fin dal primo momento, in tutti noi c’era la sensazione, chiara e precisa, che non sarebbe stato così. In merito alla gestione Castori (gran brava persona, a cui va il nostro in bocca al lupo), ci siamo volutamente astenuti dal commentare le prestazioni impresentabili contro Pescara e Latina, mentre abbiamo provato a sottolineare i piccoli segnali positivi registratisi contro Padova e Palermo. Poi, la gara con lo Spezia, in cui abbiamo rivisto la nostra squadra consegnarsi all’avversario, senza riuscire a proporre nulla, sotto tutti i punti di vista. Anche qui, parlano dati oggettivi, che si commentano da soli.

Si riparte da Gianluca Atzori dunque, che ci ha subito restituito una squadra viva e vegeta. Con dei limiti, con delle amnesie tali che al Rigamonti l’hanno portata ad una sorta di suicidio calcistico. Ma comunque viva, con un’idea di gioco, con una mentalità ben precisa. Restando in tema, al Presidente Foti si possono muovere tutte le critiche possibili, riguardo ad un progetto che negli ultimi anni ha fatto acqua da tutte le parti. Riguardo ad allenatori, contro cui l’indice è stato puntato troppo frettolosamente: Dionigi andava ringraziato dalla società per il lavoro svolto in riva allo Stretto, e non ‘punzecchiato’ alla prima occasione, così come è stato un errore madornale mettere in discussione Atzori sin dalla 6^ giornata. Riguardo a calciatori sopravvalutari ieri, salvo non giocare oggi neanche in Lega Pro.Riguardo al pensiero che ‘bisogna vincere perchè è l’anno del Centenario‘ (si vince con la programmazione ad ampio raggio, non con le feste e le celebrazioni). Riguardo al pensiero che realtà come Crotone e Lanciano si trovano in alto solo perchè hanno grinta e mentalità provinciale, sottovalutando però il fatto che tali realtà stanno facendo bene proprio perchè hanno messo in pratica quella programmazione (zoccolo duro, impianto di gioco etc.) che da queste parti ormai è merce rara.

Richiamare Atzori però, è un atto di straordinaria umiltà, che in pochi avrebbero avuto. E’ un gesto di responsabilità, laddove assumersi le proprie responsabilità non significa dire ‘la colpa è dell’allenatore che non tira fuori il meglio dalla squadra‘ o‘dei calciatori che hanno qualità ma non si impegnano‘. E’ un gesto che antepone il bene della Reggina a qualsiasi alto concetto. E per questo va applaudito. Ritornando al tecnico, la nostra posizione non cambia di una virgola: aveva tutta la nostra stima e la nostra fiducia ieri, ha tutta la nostra stima e la nostra fiducia oggi. E non perchè è un ‘amico da difendere e tutelare‘, ma bensì perchè si tratta di uno dei più grandi uomini, nonchè degli allenatori più capaci, che abbiamo visto sulla panchina della squadra che tanto amiamo. Un uomo che accettando di tornare, non ha certo dimostrato incoerenza, ma ha bensì dato l’ennesima dimostrazione di rispetto ed amore verso questa città. 

Chiusura con un messaggio ai calciatori. La Reggina, calcisticamente parlando, in queste quattro partite si gioca un pezzo di vita. Chi mette questa maglia, si ricordi che qui non c’è in ballo un campionato, un contratto, una partita. No, c’è in ballo molto di più. C’è in ballo la sopravvivenza di una delle poche realtà positive rimaste, in una città piegata e martoriata da mille problemi. A buon intenditor…

Ferdinando Ielasi – Direttore Responsabile reggionelpallone.it

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