Le indagini dell’ispettore FELICINO – N.35

StrettoWeb

felicinoFelicino doveva effettuare un’ispezione in uno stabilimento balneare e così quella mattina pensò si recarsi direttamente da casa senza passare per l’ufficio. Arrivato sul posto notò sulla spiaggia, oltre le prime file di ombrelloni, il “lavarone”; ossia quei sedimenti costituiti da rametti d’alberi, scarti di plastica e altro che i fiumi trasportano in mare e che, dopo una libecciata, ritornavano immancabilmente sulla spiaggia deturpandone la vista. I movimenti del lavarone, che ondeggiava e in parte spiaggiava, avevano captato lo sguardo di Felicino, quasi ipnotizzandolo e creando nella sua mente immagini oniriche di spiagge esotiche. Fu solo un momento di distrazione, ma ritornato alla realtà si accorse che gli era rimasto dentro un certo sgomento al pensiero di come sarebbe diventata la riviera a seguito delle variazioni climatiche in atto nel pianeta e a come l’invasione del lavarone sarebbe stato un fenomeno quotidiano. Così gli venne in mente che un rimedio poteva essere quello di indossare occhiali particolari, capaci di nascondere la visione di quei depositi galleggianti e magari sostituirla con immagini di acque limpide e pulite. Non doveva essere impossibile se era vera la notizia che scienziati dell’università di Singapore avevano scoperto “il mantello dell’invisibilità”. Felicino pensò a degli occhiali che montavano al posto delle lenti, due piccole scatole magiche di sottilissimi pannelli di vetro in grado di far sparire gli oggetti al loro interno, deviando i raggi di luce. L’effetto, che poteva sembrare un gioco di prestigio, in realtà sfruttava il principio che gli oggetti diventano visibili solo quando la luce rimbalza sulla loro superficie verso i nostri occhi elaborando le informazioni. Se si riusciva a non far rimbalzare la luce dall’oggetto, esso diventava invisibile. Titubante sulla qualità della vita che ne sarebbe derivata, attese il titolare del bagno che arrivò subito dopo lamentandosi con l’ispettore per l’incuria degli amministratori locali a gestire il litorale e le coste in genere. Felicino lo lasciò sfogare e quando capì che aveva esaurito gli argomenti di protesta gli spiegò il motivo della sua ispezione. Si fece accompagnare in cucina per controllare le protezioni della taglia ossa, dove l’aiuto cuoco si era procurato una profonda ferita al palmo della mano destra con lesione parziale dei tendini, mentre la stava pulendo dai residui di materiale che erano rimasti all’interno delle protezioni meccaniche.

L’infortunio era successo quando, con la macchina ferma, nel pulire le parti taglienti della stessa, queste avevano causato il taglio alla mano del lavoratore. Felicino controllò tutti i ripari (sia ai volani, inferiore e superiore, che al nastro) e verificò l’efficacia del dispositivo di blocco della macchina, che la faceva fermare al momento dell’apertura delle protezioni. Tutto era perfettamente funzionante. Chiese di vedere i guanti anti taglio che, per le operazioni di pulizia su parti taglienti, era indispensabile indossare e la risposta del titolare fu “Ispettore, quando si fanno le pulizie bisogna fare attenzione e i guanti non permettono una scrupolosa pulizia delle lama. Non si usano mai, perché con i guanti non si può lavorare”. Felicino spiegò che l’uso di quei dispositivi di protezione individuale (DPI), appunto i guanti anti taglio, è tassativo durante la pulizia di macchine quali la taglia-ossa, l’affettatrice, i coltelli e gli utensili con parti taglienti e che non averli forniti ai lavoratori comportava la responsabilità dell’infortunio. Spiegò anche che, una volta forniti questi DPI, è obbligatorio informare e formare i lavoratori sul loro corretto impiego. Poi, nel mentre che il titolare minacciava la chiusura dell’attività e il licenziamento di tutti i dipendenti,  aprì la borsa con calma e tirò fuori il blocco dei verbali, staccò un modulo e incominciò a scrivere la contestazione alla violazione dell’art. 77, comma 3) del D.Lgs 81/08 che prevedeva la pena dell’arresto da tre a sei mesi o l’ammenda da 2.740 a 7.014,4 euro.

Le indagini dell’ispettore Felicino sono su Facebook

A cura di Studio SGRO

e-mail:ispettorefelicino@gmail.com

Condividi