Lampedusa, Chaouki: “Comincia trasferimento profughi”

StrettoWeb

Un primo gruppo di cento profughi, sui 219 presenti nel centro di Lampedusa, sta lasciando la struttura per essere trasferito in aereo a Palermo. Lo rende noto il parlamentare del Pd, Khalid Chaouki, da 48 ore barricato nel Cpa. Un secondo gruppo partirà nel pomeriggio, sempre con un volo speciale, “mentre resta il nodo – spiega Chaouki – dei 7 sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre, per i quali occorre un una autorizzazione del giudice”.

Il deputato ha detto che rimarrà nel centro fino a quando sarà risolto anche il problema dei 7 profughi.

“Il governo ha preso l’impegno di svuotare il centro d’accoglienza di Lampedusa, questo significa che anche i 7 sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre, per i quali occorre l’autorizzazione del gip, devono salire sul secondo volo programmato per il pomeriggio. Spero che il governo mantenga la promessa”: così Chaouki, da due giorni barricato nel centro d’accoglienza di Lampedusa.

La sua prima notte al Centro d’accoglienza di Lampedusa l’ha convinto ancor di più che non c’è tempo da perdere, che quel “luogo indegno” sta minando la salute e le speranze di chi è sopravvissuto a traumi terribili come il naufragio dello scorso 3 ottobre. Khalid Chaouki, il deputato del Pd che dalle 10 di ieri mattina si è barricato nella struttura di contrada Imbriacola, a Lampedusa, è più determinato che mai: “Non uscirò da qui – dice – fino a quando i 219 migranti presenti non saranno trasferiti in un posto adeguato”.

Chaouki oggi ha ricevuto la telefonata del presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha apprezzato il suo impegno e ha auspicato che vengano adottati in tempi rapidi i provvedimenti necessari a dare a migranti e richiedenti asilo una collocazione e un trattamento dignitosi. Solidarietà anche dal segretario del Pd Matteo Renzi. Chaouki ha passato una notte insonne: “Ho ascoltato i racconti dei miei compagni di stanza e ho assistito alla crisi di panico che ha colto una ragazza eritrea, sopravvissuta al naufragio del 3 ottobre. Sono dovuti intervenire medico e psicologa. Non è un caso isolato, un altro dei naufraghi sta molto male e i sanitari temono che possa uccidersi. Ho tentato di rassicurare i migranti, spiegando loro che l’Italia non li lascerà soli; ma bisogna fare presto”.

Ventidue anni dopo il primo sbarco a Lampedusa – quando il centro di contrada Imbriacola non esisteva e veniva usata una malsana struttura nei pressi dell’aeroporto – sembra che la continua emergenza non abbia insegnato nulla: “Tutti conoscono le condizioni inumane in cui vivono gli immigrati – osserva Chaouki – e gli annunci non servono: bisogna agire, sapendo che finora è stato violato il diritto internazionale che consente la permanenza dei migranti nel Cpa per non più di 96 ore”.

A proposito di annunci, secondo Legacoop Sicilia, che gestisce il centro d’accoglienza, il ministero dell’Interno non ha ancora provveduto alla rescissione unilaterale del contratto con ‘Lampedusa accoglienza’, come aveva affermato il Viminale all’indomani del video trasmesso dal Tg2 sul trattamento anti-scabbia subito dai migranti. “Ad oggi non mi risulta che ci sia un provvedimento formale”, ha detto il neo amministratore unico della società, Roberto Di Maria, subentrato a Cono Galipò.

E da Legacoop partono strali contro il governo: “I nostri documenti dimostrano che dal 2011 al 2013 abbiamo chiesto interventi sul Cpa alla prefettura, ma non abbiamo mai ricevuto risposte”. Intanto, il procuratore capo di Agrigento, Renato Di Natale, rende noto che solo nel 2013 sono stati aperti 16 mila fascicoli sugli sbarchi degli immigrati: “Dobbiamo farlo – afferma – finché questa legge ce lo impone”, e sulla protesta di Chaouki dice: “Gli fa onore, ma non capisco come non si siano accorti prima di quanto accade a Lampedusa. C’è stata, del resto, la visita del presidente del Consiglio e di quello della Camera”. Un riferimento esplicito alle dichiarazioni del premier Letta che aveva definito una “vergogna” il fatto che la Procura avesse iscritto i naufraghi nel registro degli indagati, mentre Di Natale aveva spiegato che è un atto dovuto per legge.

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