Il servizio ha tratto origine da una pregressa attività info-investigativa svolta dalle Fiamme Gialle cosentine, che avevano raccolto numerosi e circostanziati indizi circa il fatto che il rappresentante legale del soggetto economico attenzionato operasse senza regolare titolo professionale e senza iscrizione all’Albo professionale dei Medici Odontoiatri, tanto che nel corso di un accesso presso il laboratorio il “falso dentista” è stato colto in flagranza di reato.
I successivi accertamenti svolti anche nei confronti dei suoi prestanome hanno consentito di recuperare a tassazione una base imponibile di oltre 700.000 euro e di circa 90.000 euro di IVA sottratti all’Erario. Lo stesso dopo essere stato deferito all’A.G. nel mese di febbraio per esercizio abusivo della professione è stato nuovamente denunciato ai sensi delle ipotesi di reato previste e punite dall’art. 5 del d.lgs. nr. 74/2000 atteso il superamento delle soglie di punibilità.
I cospicui proventi illeciti percepiti dal professionista abusivo spiegano la notevole entità del patrimonio immobiliare e mobiliare, sia personale che del proprio nucleo familiare, costituito da autoveicoli di lusso, intestati anche a prestanome, ed un alto tenore di vita, che non aveva alcuna giustificazione atteso che il professionista non aveva mai dichiarato compensi.