Vibo Valentia, operazione antimafia “Nasty”: Domenico Russo nega di essere mai stato vittima di estorsione da parte degli imputati

StrettoWeb

Il commerciante di automobili Domenico Russo di Vibo Valentia, parte lesa nel processo nato dall’operazione antimafia “Nasty”, ha negato stamane dinanzi al Tribunale collegiale di essere mai stato vittima di estorsione da parte degli imputati.

Nonostante l’esistenza, secondo l’accusa, di risultanze investigative che smentirebbero clamorosamente il suo racconto, Domenico Russo – rispondendo in aula alle domande del pm della Dda Pierpaolo Bruni – ha anzi definito i suoi presunti aguzzini come “carissime persone che hanno sempre pagato le autovetture acquistate”.

In particolare, con l’imputato Andrea Mantella (che ha precedenti per omicidio ed associazione mafiosa ed è indicato dagli inquirenti come il nuovo boss emergente della città di Vibo) Russo ha dichiarato di avere “rapporti di reciproca stima che vanno al di là delle cronache giudiziarie, tanto da scambiarci durante le feste dei regali”.

Riguardo a Francesco Scrugli, ucciso l’11 febbraio 2012 nello scontro fra il clan Patania di Stefanaconi ed i clan di Piscopio, Russo ha invece rimarcato in aula che si trattava “di una persona squisitissima e carissima che purtroppo ha avuto problemi con la giustizia e che ogni sera passava dall’autosalone per un saluto prima di andare a dormire”. L’esame dell’imprenditore Domenico Russo proseguirà il 10 dicembre

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