Lo “strappo” di Scopelliti che sta con Alfano: per il centrodestra calabrese si apre una stagione tutta da decifrare

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Probabilmente il Corriere della Sera ha esagerato. Il “Nuovo Centrodestra” in Calabria non ha cancellato i berlusconiani come riportato oggi dal quotidiano milanese: certamente nella nostra regione -alla pari di Sicilia e Lombardia –  la presenza degli alfaniani spicca e si fa sentire. In Calabria gli alfaniani hanno quasi una base imprescindibile, dice qualcuno.

Nulla sarà più come prima nella politica italiana. Nulla. Perché mai come in questo weekend Berlusconi ha visto consumarsi non uno strappo qualsiasi, non ha perso due, tre uomini ma circa 310 delegati (su 800), un’intera squadra di Governo, tantissimi amministratori locali (quelli che poi portano i voti al momento della conta).Il Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti è uno di questi.  Ha optato per Alfano e non ha aderito a Forza Italia: “colpa dei falchi” ci tiene a sottolineare il governatore calabrese.

Lo fa al consiglio regionale, dove in poche ore riunisce circa 400 persone – per lo più sindaci e amministratori della provincia di Reggio – e ripercorre giorno dopo giorno, ora dopo ora, le fasi di uno strappo “che nessuno voleva né Noi, ne Berlusconi”.

Racconta retroscena particolari, alcuni anche molto riservati, per spiegare a chi lo seguirà nell’avventura che questo nuovo soggetto politico non sarà “alternativo a nessuno” e che Berlusconi merita di essere “difeso dagli attacchi personali” di cui è vittima. Sono poche le parole che Scopelliti spende nei confronti dei sui nemici-interni, ma una cosa la dice ai “suoi”: “sono quello che rischia di più, sono l’unico Presidente di Regione”.

Ed è questo il punto nodale del suo monologo: Scopelliti sa di rischiare perché la nascita di due gruppi differenti in seno al Consiglio regionale può minare la sua Giunta. “La nostra maggioranza è sempre stata compatta ed unita, in questi tre anni non abbiamo mai avuto una crisi” ci tiene a sottolineare come a voler dire: spero che adesso non inizino le rotture….. La proporzione a palazzo Campanella è quasi perfettamente equilibrata: metà FI, metà NCD. Difficile preveder ribaltoni o rimpasti; men che meno all’orizzonte si scorgono crisi di “mezza legislatura”. Che non convengono a nessuno in questo momento.

Nei fatti i rapporti politici e personali tra il Presidente della Regione e i consiglieri che hanno aderito a Forza Italia sono ottimi, sono saldi. E nemmeno la strategia di Maurizio Gasparri, ormai ex grande amico di Scopelliti ed oggi uno dei più acerrimi avversari, può pagare a stretto giro. Gasparri cerca di concentrare il fuoco amico, ma sa già di non poter contare su una fronda numerosa. Anzi. In fondo chi ha firmato per il ritorno a Forza Italia, in Calabria, è fedele a Berlusconi ma è anche fedele a Scopelliti: almeno così recitava il documento approvato nemmeno dieci giorni orsono

Forse per il centrodestra calabrese e reggino in particolare le vere prove saranno le prossime elezioni: quando si dovranno scegliere candidati e comporre liste. E saranno test di assoluto livello, primo tra tutti quello che riguarda il Comune di Reggio Calabria. Ed è proprio qui che si giocherà la prima mossa, forse quella più importante di una resa dei conti aperta nel centrodestra reggino.

Da questa scissione torna rinvigorito l’ex deputato Nino Foti, che spera di ricoprire un ruolo dirigenziale nell’area reggina e che ha già pronto il suo candidato a Sindaco: “Giuseppe Raffa”.

Ai suoi pare avere detto: “siamo noi Forza Italia, il candidato spetta a noi, gli altri si dovranno adeguare”.

Il problema per loro  è che alle elezioni contano i voti e, almeno fino all’ultima tornata del Maggio scorso, di voti, sembra averne molti di più Scopelliti

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