Reggio, Lo Giudice si nascondeva a Vito, non ha opposto resistenza e non era armato (FOTO)

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E’ stato individuato nella zona collinare della città. Nino Lo Giudice detto il “Nano” si nascondeva in un appartamento situato a Vito. Ancora da verificare l’intestatario dell’alloggio, si pensa ad un lontano parente. Al momento della cattura non ha opposto resistenza e non ha avuto il timore che si potesse trattare di un agguato in quanto ha immediatamente riconosciuto le forze dell’ordine.
Questo è il succo di quanto emerso dalla conferenza stampa tenuta stamane presso la Questura di Reggio Calabria. Alla presenza del Procuratore Cafiero De Raho, Ottavio Sferlazza procuratore aggiunto, Gennaro Semeraro capo squadra mobile e dei dirigenti SCO capitanati dal Direttore Guido Longo, sono stati resi noti i dettagli dell’operazione avvenuta stamane alle ore 5.30.

Al momento dell’arresto, l’ex collaboratore di giustizia era in compagnia della moglie e di alcuni figli. Una volta appurato che il latitante non fosse mai uscito dalla città di Reggio Calabria, grazie ad una serie di appostamenti, si è riuscito ad individuare il luogo della latitanza ed una volta avuta la certezza delle presenza del “Nano” si è proceduti con l’irruzione. E’ certo che la sua fuga non è stata indotta per la costrizione di altri, solo per situazione che egli ha percepito pericolose per la sua persona.
Il questore Longo ha messo in piedi una squadra importante, con la quale a giorni alterni, si stanno raggiungendo risultati importanti.
Era il 5 Giugno quando la squadra mobile in sinergia con il gruppo SCO, si è prefissata l’obiettivo di riportare in galera Nino Lo Giudice evaso dalla località segreta a Macerata.

Oggi Lo Giudice è imputato per due azioni cautelari, la prima per evasione dei domiciliari dal luogo segreto e la seconda per la questione bombe messe davanti alla Procura Generale e sotto casa di Di Landro. Lo Giudice rientrerà in un circuito carcerario protetto, ma allo stato attuale non tra i collaboratori di giustizia.

Queste le parole del Procuratore De Raho ai giornalisti: ”Lo Giudice – ha aggiunto il Procuratore – sui fatti o sulle cause della sua scomparsa non ha ancora prodotto alcun verbale, ne’ abbiamo conoscenza sicura circa i motivi di questa decisione. Da oggi, dopo tutte le formalita’ procedurali, rientrera’ in un circuito carcerario protetto ma non di quelli riservati ai collaboratori di giustizia, anche se sara’ assicurata comunque la sua incolumita”. Cafiero de Raho, facendo riferimento ai contenuti di alcuni servizi televisivi sull’arresto dell’ex pentito, ha voluto precisare che ‘‘Antonino Lo Giudice non e’ un mitomane, ne’ io ho mai fatto affermazioni in tal senso. Quello che posso dire e’ che i memoriali prodotti da Lo Giudice dopo il suo allontanamento, per quel che riguarda la verifica fatta dalla Procura della Repubblica di Reggio CALABRIA nelle parti di propria competenza, sono risultati totalmente infondati. Da parte mia, in ogni caso, non ho mai espresso giudizi negativi sull’attendibilita’ del collaboratore”
”Il personale della Squadra mobile di Reggio CALABRIA e dello Sco – ha detto il questore Longo facendo riferimento alle modalita’ dell’arresto dell’ex pentito – avevano compreso gia’ da qualche tempo che Antonino Lo Giudice era rientrato a Reggio CALABRIA. Un’intuizione che, grazie ad un intenso lavoro di osservazione, si e’ rivelata veritiera. Cosi’, alle prime luci di oggi, e’ stata fatta irruzione in un appartamento ubicato nel quartiere Vito di Reggio CALABRIA, nei pressi dell’area universitaria, dove abbiamo sorpreso Antonino Lo Giudice con la moglie e con i figli. Non ha fatto alcuna resistenza e lo abbiamo accompagnato subito in Questura per ulteriori accertamenti’‘.

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