A questo punto Repower non ha più scuse. Greenpeace, Legambiente e WWF Italia si aspettano che i vertici della società svizzera rispettino immediatamente il chiarissimo mandato datogli dal loro azionista di maggioranza, la popolazione grigionese, e abbandonino il progetto. La centrale di Saline Joniche è un assurdo di per sé, un progetto che con sprezzo del ridicolo è stato definito da Repower “sostenibile” e “pulito”. Ora il tempo delle chiacchiere e delle mistificazioni è finito: non c’è più una sola ragione per trascinare avanti un progetto che è stato ormai dichiarato morto. Le tre associazioni si augurano che a nessun’altra azienda venga in mente di raccogliere il testimone da Repower e di portare avanti questo sciagurato progetto. A beneficio di tutti coloro che se ne fossero dimenticati, si ricorda che non solo in Svizzera, ma anche sul territorio calabrese c’è una forte volontà di osteggiare la costruzione della centrale. Ne sono testimonianza svariati ricorsi legali, a cominciare da quello della Regione Calabria, che nella sua strategia energetica non prevede nessuno spazio per il carbone, passando per quello di alcuni comuni e associazioni locali e delle associazioni ambientaliste.
Greenpeace, Legambiente e WWF, auspicano che questo giorno possa segnare il rilancio dell’area Grecanica verso un futuro sostenibile fatto di efficienza energetica, energia rinnovabile e un’economia basata sul turismo di qualità e la coltivazione delle proprie eccellenze territoriali. Il carbone non solo avrebbe cancellato tutte queste potenzialità, ma avrebbe costretto la Calabria a un ritorno al passato inutile e pericoloso.