Quella vergogna chiamata burocrazia.
E poco importa se essa sia comunale o statale, di ente piccolo o grande: la burocrazia italiana è il vero ed unico freno alla riscossa produttiva, e successivamente, economica e sociale del nostro Paese.
Beneficiari spesso di una legge, la Bassanini, che a distanza di anni fa affiorare i suoi infiniti difetti, i burocrati comandano il Paese e, se ci fate case, non solo non pagano quasi mai per gli errori compiuti ma soprattutto, a differenza di un politico o di un soggetto terzo, nonostante decidano le sorti del futuro di ogni singolo angolo terrestre in questa nazione, riescono a mantenere l’anonimato. E soprattutto a conservare quei ricchi compensi che portano a casa a fine mese. Un esempio: beh un dirigente di Palazzo San Giorgio – dunque a pesare sulle casse dell’amministrazione comunale – sfiora i 100 mila euro lordi annui. Peccato che nessuno, poi, trovi il tempo per accelerare l’iter per il sopralluogo al pala Bottoghelle, o che nessuno trovi il tempo per sbloccare la situazione relativa al Canile di Mortara, completato da un paio di anni e mai aperto proprio per l’inefficienza della burocrazia reggina. Due esempi tra altri cinquecento che se ne potrebbero fare.
Una burocrazia che comanda ma che vive con i suoi tempi e con le sue modalità: perché dei cittadini e della collettività, alla fine, chi se ne fotte!