Messina: la mensa parte a singhiozzo. Genitori infuriati e sindacati sul piede di guerra

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mensa-scolasticaUn boccone amaro e indigesto per tutti. È la questione mensa scolastica delle elementari e medie del Comune di Messina. Il servizio doveva partire oggi, ma effettivamente in alcune scuole si sono verificati dei problemi e il pasto non sarà servito agli alunni. Perché? Sembra che vi siano stati problemi di comunicazione tra l’Amministrazione Comunale e la ditta che ha vinto l’appalto, La Cascina Global Service, che oggi non potrà servire i pasti caldi.

Da oggi si doveva iniziare con le scuole di Camaro Superiore, Camaro San Paolo, La Pira e Pascoli, poi a scaglioni anche tutte le altre durante questa prima settimana. Ma si è iniziati col piede sbagliato, e i genitori infuriati, saputa la notizia, hanno minacciato di rivolgersi alle Forze dell’Ordine. Di fatto alcune scuole, in particolar modo quelle periferiche, oggi non beneficeranno del servizio.

Ma il problema non è solo questo. Anzi e soprattutto la questione verte sul costo della mensa scolastica, perché neanche i bambini appartenenti alle famiglie maggiormente disagiate potranno godere dell’esenzione. Le tariffe infatti prevedono che anche gli alunni che vivono in famiglie con ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) tra zero e 2.000 euro, paghino 80 centesimi (anticipati, come anche per le altre fasce di reddito) per ogni pasto.

accorintiNon erano queste le novità che ci aspettavamo dal Sindaco Accorinti“, hanno dichiarato dalla Cgil, che attaccato: “Far pagare il pasto a bimbi il cui reddito famigliare Isee è al di sotto dei 2 mila euro dimostra astrazione dal contesto sociale nel quale si opera, una visione elitaria della società, noncuranza nei confronti di chi soffre, l?assenza di strumenti, cultura e sensibilità sufficienti a comprendere le condizioni di vera difficoltà economica“.

La decisione di fare pagare chi prima era esente, continua il sindacato, comporterà l’emarginazione di quei bambini che non possono mangiare a mensa con gli altri e l’umiliazione nei confronti dei genitori che non possono permettersi di pagare un pasto al proprio figlio. La Cgil conclude con un appello ad Accorinti: “Cambi questa decisione, se può. Altrimenti ne tragga le conseguenze. La Cgil ancora una volta farà di tutto per modificare una scelta sbagliata, per difendere chi è più debole, per combattere una palese ingiustizia, per affermare il valore ed il diritto all?’uguaglianza“?.

Per la cronaca, le tariffe del servizio di refezione scolastica sono le seguenti: ISEE da 0 euro a 2mila euro 0,80 centesimi di euro a pasto; da 2mila a 9mila 2 euro a pasto; da 9mila a 15 mila 2,50euro a pasto; da 15mila a 20mila 3 euro; dai 20mila in su ogni alunno pagherà 4,41 euro.

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