Messina, un appello perché l’Ing. Sciacca “resti al suo posto”

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Da quando ha occupato la poltrona di ingegnere capo del genio civile, e probabilmente ancora prima, per Gaetano Sciacca la parola d’ordine, ripetuta come un mantra nel corso della sua carriera messinese, è stata: “ Non si può consumare altro suolo”. Questa dunque la motivazione, insieme a molte altre che intendono tutelare un territorio ad alto rischio geosismico, di tutti quei pareri negativi che il professionista ha espresso riguardo le opere di cementificazione a lui sottoposte.

Il Ponte sullo Stretto, il progetto della Stu Tirone, il Piano per il porticciolo di Fiumara Guardia e per Mortelle Tono, il disegno della Marina di Santa Cecilia sono alcuni dei tanti documenti sui quali troneggia il no dell’ingegnere. Ed un altro, proprio davanti agli occhi di tutti, croce e delizia dei messinesi: la messa in sicurezza del viadotto ritiro che ha modificato ( e non poco ) i tempi di realizzazione degli svincoli Giostra – Annunziata. Ovviamente all’origine di tale opposizione sono da ricercarsi, di volta in volta, cause diverse e particolareggiate, che andrebbero approfondite per ognuno di questi che alcuni chiamano progresso, molti altri cementificazione selvaggia.

Ma, mentre Gaetano Sciacca cerca di destreggiarsi tra le pressioni cittadine per veder sorgere nuovi centri commerciali o palazzi che sembrano fare da stampella alle colline e gli studi di un territorio ad alta criticità, alla Regione, trascinato dal vento nuovo del cambiamento come Mary Poppins dal suo ombrello, arriva Crocetta. E come la super tata, anche lui sembra aver tirato fuori dalla borsa la soluzione ai mal di pancia burocratici della Sicilia; non lo sciroppo, ma la rotazione dei dirigenti.

Questa nuova modalità di “scambio di competenze” investe tutti i settori e le città, compresa la nostra discontinua montagnola di quartieri che dalle colline si adagiano verso il mare, perdendosi nelle onde frastagliate di costruzioni abusive e condoni edilizi.
Il turn over è arrivato, ma i messinesi non sembrano essere d’accordo. Nei giorni scorsi l’FP Cgil ha sottolineato, per mezzo del segretario generale Clara Crocè, che “condivide appieno la rotazione in tutti gli uffici per evitare pericolosi radicamenti sul territorio. A patto però, che ciò avvenga sulla base di criteri di valutazione validi e non per mere questioni di appartenenza politica”.

E di validi criteri di valutazione, riguardo la rimozione dall’incarico dell’ingegner Sciacca, non sembra, a parere di quanti in questi giorni si stanno mobilitando per ottenerne la revoca, essercene l’ombra.

Anche i consiglieri comunali di Cambiamo Messina dal Basso sono intervenuti in difesa del capo del Genio Civile, divulgando una nota nella quale, dopo aver tessuto le lodi sull’operato del dirigente, esprimono preoccupazione riguardo un possibile ritorno al passato: “Il rischio che vecchie logiche di potere possano soppiantare il percorso intrapreso nella direzione della legalità, ci allarma fortemente. Questo territorio fragile dal punto di vista sismico e idrogeologico, più volte colpito, soprattutto negli ultimi anni, da frane e alluvioni, chiede giustizia, e può trovarla solo nella continuazione del percorso virtuoso intrapreso dall’ing. Sciacca, non certo nel ritorno alle mani di chi fino ad oggi l’ha aggredito e devastato in modo selvaggio“.

La decisione spetta al Presidente della Regione, cui tra l’altro è indirizzata una petizione nata sul web per raccogliere firme e far mantenere a Sciacca il suo ruolo. Speriamo che per una volta la scelta sia dettata da una logica non abusiva, per la quale non saranno necessari i condoni.

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