A giudizio per figlio avuto con utero in affitto

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imagesErano andati a Kiev, in Ucraina, per far nascere un loro figlio con la tecnica dell’utero in affitto, ma una volta in Italia qualcuno ha segnalato alla procura che la signora non era mai rimasta incinta, attivando la procedura che prevede di affidare ai servizi sociali il bimbo, e la denuncia per alterazione di Stato.

E’ la vicenda di una coppia di Cremona, attualmente sotto processo, la cui prima udienza si e’ tenuta il 22 ottobre scorso, e la prossima si avra’ il 14 gennaio.

Peraltro per l’intera operazione hanno pagato complessivamente 30mila euro ad una societa’ specializzata per far nascere il loro figlio.

Il bimbo venne iscritto all’anagrafe di Kiev come figlio della coppia, così come prevede la legge ucraina, e poi fu portato in Italia. Intanto, come ha rilevato l’avvocato Cecilia Rizzica di Roma, legale dei genitori con il collega Giovanni Passoni, l’ambasciata ucraina chiedeva all’Ufficio anagrafe del Comune di residenza della coppia di trascrivere il certificato di nascita. Tutto è filato liscio finché qualcuno ha segnalato alla procura che la donna non era mai rimasta incinta. Per l’avvocato Rizzica, bisogna sollevare il caso a livello politico, perché la ‘maternità surrogata’ è riconosciuta in diversi Paesi.

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