Calabria, Tilde Minasi: “Le vicende che interessano il Ministro Cancellieri aprono una riflessione sul settore detentivo

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Nota Stampa Tilde Minasi, consigliere regionale della Calabria:

Alla luce dell’interessamento che il Guardasigilli avrebbe riservato a Giulia Ligresti, in merito al quale la stessa Cancellieri dovrebbe fornire, a mio avviso, informazioni più dettagliate e fare un approfondito esame per successive valutazioni, credo sia importante ribadire come l’unico assunto da non dover porre in discussione sia la necessaria sensibilizzazione nei confronti di detenuti che soffrono determinate patologie e che il carcere tende ad incrementare anche in maniera dolorosa.

Troppo spesso, infatti, le cronache, e purtroppo quelle calabresi non ne sono esenti, ci riportano episodi che tracciano la drammaticità di iter carcerari scanditi da problematiche di salute che conducono ad una scarsissima qualità della vita (che si deve anche a chi è privato della libertà personale) o addirittura alla morte.

Dietro queste storie, di cui veniamo a conoscenza a volte troppo tardi, ci sono persone, famiglie, vicissitudini personali che meritano la giusta attenzione e la cui, spesso tragica, conclusione potrebbe venire ingiustamente sminuita da azioni, quale quella che sarebbe stata perpetrata dal Ministro, che sembrano tracciare una linea di demarcazione tra detenuti che possono contare su un appoggio solido ed i migliaia che, invece, non hanno voce o volto.

Ben venga un interessamento se avvenuto, come spiegato dalla Cancellieri, in virtù di un risvolto umanitario in considerazione dello stato di salute della donna al centro dell’episodio, ma questo modus operandi, e cioè il valutare la compatibilità del regime carcerario con le condizioni fisiche, deve essere equo e sollecito per tutti.

In altre parole, la vicinanza delle Istituzioni ai suoi cittadini, deve essere garantita in ogni ordine e grado. Ritengo, infatti, sia da evitare una strumentalizzazione ‘tout court’ del gesto compiuto dal Ministro, ma è fondamentale che da tale vicenda si sviluppi una presa di coscienza seria riguardante, appunto, i percorsi che si riferiscono alle valutazioni dello status psicofisico di detenuti sofferenti per i quali non deve e non può valere una determinata appartenenza sociale, ma solo ed esclusivamente la garanzia di una dovuta e celere analisi della loro vita all’interno delle case circondariali.

Tilde Minasi

Consigliere Regionale

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