Sanità reggina, bene i risparmi ma adesso serve la svolta epocale oppure sarà fallimento…

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180 mila euro annui risparmiati. Bene, parecchio bene ma ancora non basta.
Una nuova Casa della Salute a Reggio Calabria, nei locali dell’ex Inam (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro le Malattie). Benissimo, ma si può fare meglio.
L’idea di creare due nuovi punti di Pronto Soccorso, uno all’Ortopedico, uno al Policlinico. Ottimo, ma ancora non basta.

L’attivazione immediata della Cardiochirurgia anche a Reggio Calabria, dopo anni di menzogne e bugie. Sarebbe il coronamento di una nuova politica sanitaria, attiva e fattiva, per la nostra città, dove l’emergenze sono quotidiane – così come in tutti i nosocomi italiani – ma dove per troppo tempo si è sperperato denaro, si sono gonfiati e tutelati interessi e lobby intoccabili.

E’ questa la vera sfida della politica: stravolgere la sanità calabrese, reggina in particolare. Oggi, l’occasione della nuova sede della Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria nella prestigiosa sede di via Diana, ha fornito un punto di partenza.

L’edificio di via Diana, liberatosi recentemente, è di proprietà dell’Azienda e tale spostamento consente di risparmiare ben 180 mila euro annuali di spese destinate al pagamento dei canoni di fitto, per cui vengono recuperate risorse da investire in altre importanti attività ha spiegato il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti che non si è fatto sfuggire l’occasione per ricordare come “una parte degli uffici, in precedenza, si trovava in una sede di proprietà di un Consigliere regionale e dei suoi familiari, per cui riteniamo questa scelta razionale e doverosa per superare logiche e connubi inopportuni radicati negli anni. Il nostro obiettivo è quello di allocare le strutture in luoghi ben accessibili, funzionali agli interessi di tutti cittadini e non solo di pochi.

I locali dell’Asp in precedenza erano situati a palazzo Tibi. Il consigliere regionale “menzionato” dal Governatore è Demetrio Naccari Carlizzi, esponente del Pd. Ma non è questo il punto. O meglio, questo è un punto di partenza.

Che Spending Review sia. Per tutti. Ma con  tagli logici e razionali, non demagogici e condizionati. Bene, dunque, la scelta di risparmiare optando per locali già di proprietà dell’Asp, ma ancora meglio è soffermarci sul futuro della sanità reggina, che ha bisogno di interventi innovativi e coraggiosi, che possano guardare non (solo) al risparmio economico ma in primis al miglioramento della qualità dei servizi sanitari, perché sulla salute non si scherza e non si ipotizza. Ma ci si impegna.

Le sfide future, quelle buttate lì nella conferenza stampa odierna, rappresentano la vera capacità di svoltare per il nostro territorio. Se agli annunci la burocrazia sarà capace di far seguire i fatti, allora la svolta sarà epocale: perché il Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti è ormai saturo, “collassato” per restare in tema.

Perché l’OBI (Osservazione Breve Intensiva) è un ottimo punto di riferimento ma non può più operare in queste condizioni. Dunque se davvero si riuscissero a creare due nuovi punti di primo Soccorso tutti ne gioverebbero. Dai cittadini ai medici che ci lavorano. E se ancora si riuscisse ad un uscire da “quell’ eterno inganno” che è l’attivazione di Cardiochirurgia a Reggio si coronerebbe un sogno.

Un sogno lontano anni luce.

Un sogno costruito sui diritti e sulle aspettative dei reggini, in passato troppe volte raggirati da menzogneri ed illusionisti.

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