‘Ndrangheta: la DIA di Catanzaro sequestra il patrimonio di Domenico Cupitò ritenuto appartenente alla cosca Mancuso

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diaLa Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha da tempo avviato una complessa attività di monitoraggio degli assetti criminali calabresi, individuando un’articolata strategia finalizzata a sottrarre alle consorterie mafiose i beni ritenuti provento o reimpiego di illecite attività.

In tale contesto operativo è stato eseguito il decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Vibo Valentia – Misure di Prevenzione -, su proposta avanzata dalla Direzione Investigativa Antimafia, che ha colpito il patrimonio di circa un milione di euro, riconducibile a Domenico CUPITO’ (cl. 59) di Nicotera (VV), condannato a cinque anni e mezzo di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.).

Il provvedimento di sequestro è stato adottato dai Giudici del Tribunale vibonese ai sensi del c.d. codice antimafia, introdotto nel nostro ordinamento con il decreto legislativo n. 159 del 2011, sulla base dei mirati e puntuali accertamenti patrimoniali effettuati dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro,  confluiti in un’articolata proposta avanzata dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia Arturo DE FELICE.

La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Vibo Valentia,  a fronte della richiesta di “aggressione patrimoniale” inoltrata dalla D.I.A., ha preliminarmente valutato i fatti e le circostanze dai quali desumere il necessario giudizio di pericolosità sociale sul conto del proposto. In tale senso i requisiti richiesti dalla legge, quali i precedenti penali e di polizia, nonché le frequentazioni del CUPITO’, ricostruiti ed evidenziati nella relativa proposta dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro,  hanno consentito al Tribunale “ … di formulare l’incidentale giudizio di pericolosità sociale del proposto necessario per procedere con l’esame del profilo patrimoniale della misura. …”.

A tal proposito il Tribunale, muovendo dall’esito delle accurate ed approfondite  investigazioni patrimoniali esperite, che hanno considerato un arco temporale compreso tra il 1996 ed  il 2012, ha evidenziato che “… il proposto dal 1996 al 2013 non ha dichiarato alcun reddito. A fronte di questa situazione patrimoniale risulta avere ingenti possedimenti immobiliari e mobiliari … . Il Collegio ritiene che tutti i beni oggetto della proposta direttamente o indirettamente nella disponibilità di Cupitò Domenico avuto riguardo alla sproporzione tra il patrimonio reale e quello dichiarato – devono ritenersi il frutto o comunque il reimpiego dei proventi derivanti dalle attività illecite. Alla luce dei dati reddituali, è dunque emerso che il proposto nel periodo in esame, aveva disposto di una ridotta capacità reddituale che gli poteva consentire solo di provvedere al normale sostentamento quotidiano. …”.   

Sulla base della proposta per l’applicazione della misura patrimoniale avanzata nei confronti di Domenico CUPITO’ il Collegio di Giudici ha ritenuto di disporre, con provvedimento del 10 ottobre scorso, il sequestro finalizzato alla confisca di quattro terreni agricoli situati nei comuni di Joppolo (VV) e di Vibo Valentia, un’attività commerciale di panificazione e di vendita al dettaglio di prodotti alimentari, intestata alla moglie di Domenico CUPITO’, con sede d’esercizio a Nicotera (VV), un immobile ubicato a Nicotera (VV) ed un fabbricato comprendente locali per attività commerciali e tre unità abitative sempre a Nicotera (VV), cinque autocarri, due autovetture, una moto d’acqua, quattro rapporti di conto corrente, una polizza assicurativa, una carta di credito, un libretto nominativo ed un buono postale.

I beni sequestrati, il cui valore è stimato in circa un milione di euro, sono stati affidati ad amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Vibo Valentia.

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