Evidenti per il SILP le conseguenze di anni di spending review e tagli lineari che hanno duramente penalizzato il settore della sicurezza, il personale e i servizi di prevenzione. Secondo il SILP, nel corso dell’ultimo decennio le forze di polizia hanno progressivamente perso circa 15mila unità di personale oltre 4mila delle quali nel corso dell’ultimo triennio. Dato che si riflette anche in provincia di Messina dove da 1200, il personale è sceso a 850 unità per tutto il territorio e per tutti i servizi e dove, secondo il segretario provinciale del SILP Giuseppe Micali, da circa 10 anni non viene destinata alcuna nuova risorsa umana, “Tanto che – ha deto Micali- l’età media del personale nella nostra provincia è di 45/47 anni”.
Dal suo canto il ministro D’Alia ha riconosciuto che “Occorre fare i conti con il contenimento delle spese ma che si sta facendo di tutto per reperire nuove risorse”, si è impegnato ad avviare un confronto anche sulla previdenza complementare per il comparto ma ha anche sottolineato l’esigenza di una più generale riorganizzazione delle forze di sicurezza attraverso un’eventuale unificazione e dei presidi ad esse collegate sul territorio, prefetture, questure, caserme. Sulle conseguenze dei tagli lineari come scelta di ridimensionamento della spesa, è intervenuto anche il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano che ha spiegato come il sistema dei tagli lineari penalizza indistintamente settori e territori trascurandone le specificità.
“La legalità – ha detto Oceano-, è presupposto fondamentale per la sicurezza di tutti e per lo sviluppo economico. Il meccanismo dei tagli lineari indebolisce tutti i settori fondamentali per assicurare i diritti di cittadinanza: la sicurezza, il welfare, l’istruzione”. Alla Tavola rotonda moderata da Nino Amadore del Sole24ore hanno partecipato anche il commissario straordinario della Provincia, Filippo Romano; il questore, Carmelo Gugliotta; il docente di antropologia sociale dell’università di Messina, Bernardino Palumbo; il sindaco di Messina, Renato Accorinti.