Il datore di lavoro di quell’azienda era conosciuto per la sua precisione in tutto ciò che faceva, ma anche per avere un carattere “forte”, che non accettava di essere contraddetto e neanche di ricevere suggerimenti di alcun tipo. In azienda i dipendenti erano tutti intimoriti dal suo carattere deciso e quasi mai lamentavano qualcosa, consci anche dei momenti difficili per trovare un altro lavoro e del fatto che comunque era un imprenditore che ogni fine mese pagava con regolarità gli stipendi.
Quindi, se quel lavoratore appariva affaticato oltre ogni normale situazione, anche a quell’ora di metà mattinata, voleva dire che veramente stava soffrendo di qualcosa. L’ispettore Felicino si avvicina e gli chiede “Sta bene?”. Il lavoratore, continuando lungo il suo percorso, senza fermarsi, rispose di si e, dopo una breve pausa, continuò “Ispettore, sto come ogni giorno. Faccio fatica a sollevare e spostare carichi di un certo peso da quando, circa un anno fa, ho subito un infortunio che mi ha causato un danno alla schiena“, al che l’ispettore ribatte “ma, al medico competente glielo ha detto di questo suo problema?“. La risposta che ricevette fu decisa, anche se bisbigliata a bassa voce “Certo ispettore, questo circa sei mesi fa. Il medico mi ha pure visitato, ma non ho saputo nulla e così continuo a fare il mio lavoro“.
A quel punto Felicino decide di approfondire la questione, quindi si avvia verso gli uffici e chiede di parlare con il datore di lavoro e, quando se lo trova davanti, lo avvisa di voler visionare gli attestati dei giudizi sanitari redatti dal medico competente dell’azienda. Quando gli vengono forniti, incomincia a controllarli uno ad uno, fino a trovare quello che gli interessava e che riguardava il lavoratore che lamentava i dolori. Lo legge con attenzione e accerta che sul certificato è riportata l’idoneità alla mansione, ma c’è indicata anche una specifica limitazione. Rilegge a voce bassa, come per un ripasso mentale “Il lavoratore è risultato idoneo alla mansione con la limitazione della movimentazione di carichi manuali fino al massimo di 5 kg“. L’ispettore fa avvertire il medico competente (così chiamato in quanto detentore di determinati titoli professionali) e nell’attesa spiega al Datore di Lavoro che il lavoratore interessato non poteva movimentare più di 5 kg per volta e che per questo motivo ci sarebbe stata una contravvenzione a suo carico in quanto non aveva attuato alle limitazioni indicati nel certificato sanitario. Intanto era arrivato il medico competente e l’ispettore avvicinatosi gli chiede “Dottore, ha consegnato copia del suo giudizio al lavoratore? Perché lui dice di non saperne niente delle limitazioni riportate nel certificato“. Il medico, chiaramente contrariato, risponde “Ho consegnato tutti i certificati al datore di lavoro che è risaputo essere una persona corretta e precisa, immaginando che sarebbe stato lui ad avvisare il lavoratore della limitazione. Tanto più che la consegna dei certificati l’ho fatta la sera, quando i lavoratori erano già andati via”.
“Dottore” ribatte Felicino, con un tono di voce deciso che non ammetteva repliche, “lei sa benissimo che il ruolo del medico competente è estremamente importante per la prevenzione dei rischi per la salute dei lavoratori e sa anche che tale ruolo non si esaurisce con le semplici visite mediche, ma che contempla una serie di adempimenti e di obblighi che caratterizzano la sua funzione e il suo ruolo in azienda”. Riprende il foglio dei verbali, già utilizzato poco prima per contravvenzionare anche il Datore di Lavoro, e mentre scrive ripassa ad alta voce “Contravvenzione al Medico Competente per la violazione all’art.41, comma 6bis del D.Lgs 81/08, in quanto, in relazione al giudizio scritto di idoneità con limitazioni, non ha consegnato copia del giudizio medesimo al lavoratore interessato, ma soltanto al datore di lavoro“. Il Medico era rimasto sbalordito e visibilmente contrariato in quanto era la prima volta che gli veniva contestata una violazione e, dopo aver mascherato bene l’irritazione, chiese in cosa consisteva la sanzione. L’ispettore Felicino spiegò che si trattava di una sanzione di natura amministrativa pecuniaria da 1.096 a 4.384 euro.
A cura di Studio SGRO
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