Bilanci in rosso per i Comuni italiani. Messina e Reggio non “soffrono” di solitudine

StrettoWeb

Società partecipate ormai al collasso. Comuni con la spia dei conti accesa sul “rosso fisso”. Metropoli, ma anche città medio-grandi in difficoltà estrema: superando lo stereotipo del sud sprecone, il virus ha contagiato anche parecchie realtà del centro-nord. Pochi giorni fa, su StrettoWeb in quest’articolo, avevamo trattato la questione romana dove, il neo Sindaco di Roma Ignazio Marino per rientrare in extremis da un disavanzo certo di 864 milioni aveva messo mano ad un piano straordinario di vendita del patrimonio immobiliare comunale.
Ma il maggiore quotidiano economico nazionale, questa mattina, compie una panoramica spietata e drammatica della situazione in cui galleggiano gli enti locali italiani, partendo dai bilanci comunali e finendo nella ragnatela delle partecipate. Ogni città ha una storia a parte ma è chiaro – così come ben scrive il Sole24Ore – che i continui tagli, le proroghe e le confuse decisioni governative, altro non fanno che infiammare una situazione già parecchio insostenibile con il rischio che i conti  comunali delle grandi e medie città esplodano in un crack nazionale. Collettivo. Il decreto “salva Comuni“, adottato dal Governo Monti, ha sottratto al default centinaia di enti italiani (tra cui Reggio Calabria balzata agli onori della cronaca come se fosse un’assurda anomalia e dove invece i Commissari hanno certificato un deficit di 107 milioni) evitando dunque quel crack collaterale: ma oggi, il sistema della rotazione del fondo che si dovrebbe alimentare con la restituzione dei comuni, è in difficoltà perché gli stessi non “restituiscono il prestito dello Stato”. E così oltre a Roma che ha chiesto, nuovamente, aiuto al Governo Centrale, a catena ecco altri appelli salva enti.
Milano ha uno squilibrio di 500 milioni di euro, tanto da spingere Giuliano Pisapia e la sua Giunta a proporre una delibera con aumento generalizzato dell’Irpef e aliquota massima per Imu (in attesa di capire cosa ne sarà della tassa sulla casa a livello nazionale). E poi c’è Napoli che nell’ultimo anno ha ottenuto tra fondo anti-disseto e liquidità della Cassa Depositi e Prestiti qualcosa come 861milioni di euro  – che però andranno restituiti alle casse dello Stato (si spera), ma anche Palermo, Genova, Foggia e Catania. Tutte inghiottite dai debiti, tutte “succhiate” dalle perdite mensili di molte partecipate (la sola AMIA di Palermo è fallita con un debito di 180milioni!).

Insomma Messina (dove la nuova giunta guidata da Accorinti ha certificato un buco di circa 300 milioni!) e Reggio Calabria, città con risapute problematiche legate al bilancio, non se la passeranno certo bene ma sicuramente non lamenteranno solitudine o malinconia.

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