Anche a Messina i dipendenti Inps scendono in piazza. Cisl FP: “l’istituto non è un bancomat”

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A rischio c’è il livello qualitativo offerto all’utenza e i servizi erogati ai cittadini. Per questo motivo, anche a Messina, questa mattina sono scesi in piazza i dipendenti dell’Inps che hanno manifestato nella piazzetta antistante la sede provinciale di via Garibaldi nell’ambito dello stato di agitazione proclamato dalle Federazioni nazionali del Pubblico Impiego di Cgil, Cisl, Uil e Cisal.

Una manifestazione molto partecipata attraverso la quale si sono volute evidenziare le conseguenze dei  possibili tagli economici legati alla produttività che potrebbero subire i dipendenti dell’Istituto previdenziale.

Riteniamo – sottolineano Calogero Emanuele e Marcello Zappalà, rispettivamente segretario generale provinciale e segretario aziendale della CISL FP di Messina – come siano piuttosto necessari tagli agli sprechi e alle spese improduttive. La creazione di un unico ente previdenziale, con la fusione tra INPS e INPDAP, non può essere vanificato dalla miopia di meri calcoli ragionieristici. Probabilmente – evidenziano Emanuele e Zappalà – non si è ancora compreso come solo valorizzando le professionalità dei lavoratori e la qualità dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione si potrà riavviare lo sviluppo socio-economico del Paese”.

Per la Cisl Fp non si può continuare a utilizzare l’INPS come un bancomat a disposizione delle casse del Governo.  “La riorganizzazione dell’Ente – affermano i rappresentanti Cisl – è un passaggio troppo importante per essere sottovalutato e sarebbe doppiamente ingiusto penalizzare, contemporaneamente, sia i lavoratori che devono già subire il blocco dei contratti sia la cittadinanza che, in preda alla crisi incalzante, ha come importante riferimento l’Ente previdenziale”.

La CISL FP di Messina condivide azioni mirate alla realizzazione di risparmi strutturali, ma senza continuare a mettere le mani in tasca ai lavoratori già fortemente colpiti dai molteplici interventi governativi polarizzati spesso nei confronti dei lavoratori del Pubblico Impiego.

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