Rosarno: il riscatto degli immigrati passa attraverso un campo di calcio

StrettoWeb

Una storia di riscatto, una storia che ci racconta la voglia di tornare alla normalità da parte di un gruppo di 32 immigrati africani che nel 2010 furono in “prima linea” nella rivolta di Rosarno. Riscatto che passa attraverso i polverosi campi di calcio di Terza Categoria. Nasce infatti la Koa Bosco, una squadra che vede tra le sue fila questi ragazzi.

L’idea è partita da don Roberto Meduri, della parrocchia S. Antonio da Padova di contrada Bosco, a Rosarno appunto. Don Roberto, insieme alla Caritas, ha posto le basi per creare la squadra, che viene autofinanziata dagli stessi giocatori. I ragazzi che la compongono vengono soprattutto da Senegal e Burkina Faso, e vivono tutti nella tendopoli di San Ferdinando. Lavorano ovviamente nei campi, ma alcuni di loro studiano anche, dimostrazione che aspirano ad un futuro migliore.

I 32 giocatori al momento si allenano sul campo da calcio di Palmi, messo a disposizione direttamente dal sindaco Barone. Tutto lo staff è africano, esclusi allenatore e general manager. Si tratta di Domenico Mammoliti, che a breve diventerà diacono, e Domenico Bagalà. La Koa Bosco esordirà in campionato il 25 ottobre.

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