Reggio, Ruello risponde a mons. Mondello: “cos’ha fatto la chiesa contro la ‘ndrangheta?”

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mons mondelloDi seguito pubblichiamo integralmente la nota diffusa da Nello Ruello, Vice Presidente Coordinamento Nazionale Antimafia Riferimenti:
Qualche anno prima di morire Paolo Borsellino, e tutto il pool antimafia di Palermo, sono stati coinvolti in una polemica nata da un articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” del 10 gennaio 1987 a firma di Leonardo Sciascia.
 
L’articolo era intitolato “I professionisti dell’antimafia” e questa era la sua tesi di fondo: in Sicilia il modo migliore per fare carriera in politica e in magistratura è dichiararsi antimafioso, usare l'”antimafia come strumento di potere”, come mezzo per diventare potenti ed intoccabili
.. Citare Borsellino come “esempio di professionismo mafioso, insinuare il dubbio che il magistrato avesse fatto carriera grazie alla lotta alla mafia, è stato certamente un errore, sfruttato abilmente dai nemici del pool. Questo dimostra che anche i grandi intellettuali possono sbagliare.
C’è da rilevare,però’ ,che ancora qualcuno persiste ,per ignoranza nell’errore.
In un’ intervista rilasciata alla Gazzetta del sud di domenica 1 settembre ,monsignor Mondello ,ex arcivescovo di Reggio Calabria,nell’ambito di una domanda sull’associazionismo antimafia si dice d’accordo con Leonardo Sciascia riguardo ai professionisti dell’antimafia.
Il presule ,si chiede ancora cosa mai di concreto abbiano fatto mai tali associazioni e chi mai abbiano fatto arrestare.
 
Sono un testimone di Giustizia e il Coordinamento Riferimenti di cui mi onoro di essere  vicepresidente ,assume questo nome per quello che ognuno di noi ha sofferto o prodotto nell’impegno antimafia: vittime, familiari di vittime,magistrati,giornalisti impegnati ,docenti.presidi ma ognuno,per il proprio verso portatore di testimonianza concreta.
Abbiamo creato un simbolo e ne siamo fieri  :La gerbera gialla,un fiore che ha costruito coscienze fra migliaia e migliaia di giovani ,per lunghi venti anni in una terra dove si negava anche l’esistenza del fenomeno mafioso.I simboli sono importanti e sopravviveranno a noi.
Chi le associazioni antimafia con le loro denunce facciano arrestare non crediamo siano fatti che dobbiamo portare a conoscenza di Monsignor Mondello ne’ di altri.
 
Ma ciò nondimeno ,voglio ricordare a chi disconosce ,evidentemente quanto si fa,che il sottoscritto con la propria testimonianza ha fatto arrestare il capo della cosca Lo Bianco Barba collegata al clan Mancuso di Vibo Valentia con condanna confermata anche in cassazione.
Da allora,ho una vita blindata e come me ,altri all’interno del Coordinamento Riferimenti.
La domanda ,invece,la rivolgerei io,chiedendo ad una certa chiesa calabrese,quali azioni concrete abbia compiuto nei riguardi della ‘ndrangheta e talvolta di quali collaboratori si sia circondata .
Di contro , lontano  dalle auree stanze dei prelati abbiamo sacerdoti che si sporcano le mani e si differenziano da altri per la loro azione quotidiana come Don Pino De Masi,Don Laudiana o Don Giacomo Panizza .
 
Non siamo tutti uguali nella Chiesa come nella società’.
Che ci sia ,poi ,chi approfitta della lotta alla mafia per i propri affari,questo siamo i primi a denunciarlo ma certo non si possono offendere le vittime e soprattutto coloro che di quest’impegno ne hanno fatto ragione di vita.
Noi ci auguriamo che come sta avvenendo per lo IOR e la pedofilia ,Papa Francesco impartisca delle direttive per creare una Chiesa che sia baluardo vero nella lotta alla criminalità’.
Concludiamo con una bellissima frase di Blaga Dimitrova : “Nessuna paura che mi calpestino.L’erba calpestata diventa un sentiero” Tanti di noi lo sono diventati!”

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