Messina, Ente Porto e Zona Falcata, Picciolo: “Mettiamo tutto nero su bianco prima”

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GiuseppePicciolo-300x199Si terrà il 18 settembre la seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana che conta, fra i suoi punti del giorno, anche quello relativo alla soppressione dell’ente porto di Messina e al rilancio della “Zona Falcata”. In questi giorni fervono le dichiarazioni di politici e addetti ai lavori, la situazione è delicata perché l’oggetto della discussione è l’emblema della rinascita economica di una città.

Giuseppe Picciolo, che parteciperà ai lavori in qualità di presidente del gruppo parlamentare dei Democratici Riformisti per la Sicilia, ha dichiarato di preferire una diversa rotta rispetto a quella che più di una volta, in casi analoghi, è stata tracciata.

Ente Porto…si chiude? Preferirei Ente Porto…si cambia! Ritengo, infatti, indispensabile – afferma Picciolo – prima di sopprimere un Ente storicamente divenuto inutile al raggiungimento delle sue lodevoli finalità costitutive, sapere a chi andrà la gestione del patrimonio dello stesso e per farne che cosa. Certo chiunque in questo momento potrà fare meglio del nulla realizzato ed, in particolare, di ciò che non è stato mai fatto dalla Regione. Ma, per quanto mi riguarda, sono stanco di accontentarmi di considerare un risultato politico la mera soppressione di un Ente, sia pur funzionalmente inutile quale l’Ente Porto senza sapere preventivamente che ne accadrà“.
L’esperienza della soppressione delle Provincie, della chiusura di Enti regionali parimenti inutili, saturi di personale rimasto a carico della Regione senza ruolo ( per fortuna, almeno, questo Ente non porta in dote nessun nuovo precario ), di Enti di Formazione, sia pur legittimamente, sospesi dalla loro attività, senza offrire una seria prospettiva occupazionale per il personale di cui erano stati infarciti dalla politica medesima ( che oggi, sic, plaude alla loro chiusura ). Ed allora – continua il capogruppo all’Ars – per nostra tutela ed a perenne ricordo della incapacità di gestione complessiva della Falce da oltre 40 anni, non sarebbe più proficuo, sicuro e di prospettiva, ad oggi, in Sicilia, a Messina, stanchi, delusi ed increduli, come siamo divenuti tutti, politici e cittadini, applicare la saggia regola medio orientale : “ Dare moneta, vedere cammello!”.

Esplicita la sua richesta di ricevere proposte concrete, di rompere con i precedenti schemi:”Ovvero messaggio per il destinatario: Sig. Presidente dell’Authority ( ed è un signor Presidente l’attuale Comandante De Simone ), prima che la regione si spogli della sua proprietà gestita in modo pedestre e le riconsegni, n.q. , le preziose aree che possono rappresentare forse, dopo la “ carota “ del ponte sullo stretto, l’ultimo sogno cui si possono far aggrappare i Messinesi, ci faccia avere preventivamente una sua proposta concreta di sviluppo della Zona falcata, di investimenti pubblici disponibili, di volontà del Ministero della Difesa a cedere quelle aree in gran parte, oggi, inutilizzate, di disponibilità del Governo nazionale a dar man forte a questa ipotesi ed a farci aprire, ad esempio, un Casinò in pieno mediterraneo con le relative infrastrutture portuali e logistiche. Penso che di fronte a questa sola disponibilità, a questa proposta di modello di sviluppo, la Regione non avrebbe alcun alibi ed, anche, l’impegno economico per la riqualificazione ed il rilancio non rappresenterebbe un problema: basterebbe un mega progetto di finanza internazionale! Forse dovremmo, anche, mettere in fila i potenziali investitori”.

Non mancano dunque le proposte concrete, che, secondo Picciolo, dovrebbero prendere forma prima di qualunque decisione definitiva: “Con il collega Nino Germanà, di nostra iniziativa e grazie ai suoi buoni uffici, ci siamo fatti carico di prendere, con un entusiasta assessore Stancheris , un appuntamento con il Ministro Alfano per valutare tempi e modalità per lo sblocco della norma che vieta l’apertura di nuove case da gioco in Italia. Potrebbe essere un primo passo per offrire una sponda ad una ipotesi concreta di sviluppo ed abbiamo pensato di portala avanti con entusiasmo. Altre potranno essere le proposte, migliori se è il caso, che non dovranno, però, a mio avviso prescindere dal “ Dare moneta….”. Cessioni di beni preziosi al buio da parte della Regione, in assenza di progettualità seria, in assenza di un piano di riqualificazione economicamente sostenibile, in assenza di un preventivo impegno della futura “ proprietà “ tutta ( Authority-Stato, Ministeri vari, Sopra Intendenze ), vedranno da oggi in avanti la mia totale contrarietà unitamente a quella del collega Marcello Greco ed auspico, anche quella del Gruppo che rappresento all’ARS. Mettiamo tutto nero su bianco prima: siamo stanchi di promesse e non ci accontentiamo più di mezze soluzioni tampone o di eterne incompiute.

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