Reggio, l’UNC: “sull’acqua promesse non mantenute e nuovo regolamento idrico da incubo”

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UNC CalabriaIn questi giorni sono state recapitate le fatture relative al servizio idrico, acque reflue e canone depurazione con gli aumenti delle relative tariffe, il costo annuale in media per un nucleo familiare composto di quattro persone, si aggira complessivamente su 500,00 euro circa.

A causa della qualità pessima dell’acqua erogata, sostiene l’Avv. Saverio Cuoco, presidente regionale dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria, (non ci sembra che la situazione sia migliorata rispetto al passato sulla salinità della stessa),  i Commissari del Comune di Reggio Calabria avevano in più occasioni promesso che avrebbero quantomeno reiterato per gli anni successivi, la delibera comunale che nel Giugno del 2011 decise di dimezzare solo per alcune zone ben individuate, il canone acqua per gli anni 2005-2009, a seguito dei ricorsi intentati dall’Unione Nazionale Consumatori Calabria ed accolti con sentenze emesse dai Giudici di Pace.

Tali promesse sono state più volte manifestate, anche in occasione dell’incontro svoltosi lo scorso 28 maggio presso il Comune di Reggio Calabria con le associazioni rappresentative dei consumatori.

Nulla di tutto ciò si è concretizzato,  pertanto nella città dei servizi virtuali, dove tutto si paga, anche se non viene erogato (l’acqua viene considerata potabile, anche se in gran parte della città è imbevibile,  la TARES relativa anche alla raccolta rifiuti solidi urbani viene richiesta anche se per un anno il servizio non è stato erogato, ecc. ) i cittadini vengono costretti a pagare comunque, in ogni caso e a prescindere, nonostante la maggior parte di essi sia costretta a ricorrere ancora all’acquisto dell’acqua minerale, in attesa che si realizzi il “miracolo” della diga del Menta, la cui costruzione iniziò da parte della Cassa per il Mezzogiorno negli anni 70.

Capitolo a parte merita il nuovo regolamento per la gestione del servizio idrico, approvato con delibera della Commissione Straordinaria del 03 Luglio 2013 ed entrato in vigore il 09 Agosto, composto da 79 articoli,  da considerarsi un vero e proprio incubo per le famiglie Reggine, sia per coloro che possiedono già un allacciamento in corso, sia per quelli che chiederanno una nuova fornitura d’acqua.

A parte l’apprezzabile intento di combattere coloro che abusivamente si allacciano alla rete idrica comunale, viene dispiegata una meticolosa e molteplice tipologia di usi dell’acqua, ai quali corrisponderanno profili tariffari differenziati, si utilizza a sproposito la dicitura ad “uso potabile” che rimane per i motivi già espressi, almeno per il momento un  sogno da realizzare e vengono predisposte forniture domestiche residenziali e non, attività commerciali, spazi condominiali, ecc. ecc. pertanto se un cittadino possiede una seconda casa con uno spazio destinato a verde, dovrà stipulare tre contratti di fornitura differenziati.

Inoltre è “vietato prelevare acqua dalle fontane pubbliche ………….nonchè applicare alla bocca delle fontane cannelle di gomma o di altro materiale. Il prelievo complessivo con bottiglie, fiaschi e secchi non può essere superiore a litri 50 per volta, in casi eccezionali potrà essere rilasciata apposita autorizzazione in deroga dall’Autorità Comunale”.

“Impianti di sollevamento dell’acqua (autoclave) o accumulo di acqua in serbatoi dovranno essere approvati dal servizio Acquedotto del Comune”.

Ogni nuovo allaccio richiede una infinità di dati per la stipula del contratto di somministrazione dell’acqua, mentre l’apoteosi della burocrazia viene raggiunta nella richiesta di allacciamento alla rete idrica comunale, è consentita inoltre la risoluzione espressa del contratto per morosità dell’utente e per un uso diverso della somministrazione da quello stabilito in contratto.

Il consumo d’acqua dell’utente è “normalmente” accertato dagli incaricati del Comune ……..Qualora per causa dell’utente casa chiusa, nicchia esterna carente di vetro o non leggibile …posizionamento del contatore anomalo disagevole, ecc. non sia stato possibile eseguire la lettura e tale impossibilità si ripeta per oltre due volte nelle successive verifiche, può essere disposta la chiusura dell’utenza”.

A tale proposito, ai fini della lettura dei contatori da parte dei letturisti del Comune,  poteva essere stabilito il rilascio di un avviso che consentisse agli utenti che lavorano, o risiedono altrove, o comunque non sono presenti in maniera continua nella propria abitazione di apprendere in anticipo la visita da parte degli operatori del Comune.

Scompare finalmente ( a seguito della decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che nell’adunanza del 26 Giugno 2013, ha deliberato vessatoria, su ricorso dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria),  l’odiosa clausola sulla voltura dei contratti del servizio idrico che prevedeva all’art. 15 del vecchio regolamento Comunale, la negazione della stessa, qualora il precedente utente fosse rimasto debitore per canoni non pagati o per qualsiasi altra causa, salvo che il subentrante non si assumesse l’obbligo dell’intero pagamento.

In definitiva è stato varato un regolamento del servizio idrico alquanto farraginoso  e burocratico, che non potrà non suscitare nella sua applicazione pratica le legittime rimostranze degli utenti e che sicuramente verrà nei prossimi giorni sottoposto da parte dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria, al vaglio dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, poiché molte clausole in esso contenute appaiono oltremodo vessatorie.

Gli aumenti spropositati, decisi dai Commissari, quasi certamente serviranno a salvare il Comune dal dissesto finanziario, ma essi unitamente ad una pressione fiscale in Italia senza uguali in Europa, determineranno il dissesto economico di molte famiglie Reggine – Siamo sicuri che il principio di sussidiarietà così tanto enfatizzato, contenuto nella cosiddetta Legge Bassanini del 1997, recepito successivamente dall’art 118 della Costituzione Italiana che prevedeva l’Istituzione Comune  come una risorsa fondamentale, perché più vicino ai bisogni dei cittadini e primo garante della tenuta economica e sociale del territorio, vada proprio nella giusta direzione ?

Come associazione a tutela dei consumatori non possiamo che condividere le preoccupazioni già annunciate dal Governo nei giorni scorsi circa le tensioni sociali che potrebbero sprigionarsi nel prossimo autunno in assenza totale di una seria programmazione dello sviluppo sociale, economico e culturale di una collettività, che  garantisca il miglioramento della vivibilità con un giusto equilibrio tra la gestione del territorio, lo sviluppo delle risorse pubbliche e private e l’attenzione ai cittadini con particolare riguardo alla fasce deboli.

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