Le indagini dell’ispettore FELICINO – N.17

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felicinoL’ispettore Felicino è salito in macchina ed è pronto a partire, avverte subito un certo benessere, il sole che batte sui vetri ha creato un leggero tepore nell’abitacolo. Si sente il profumo della primavera. Felicino aspira a pieni polmoni quel profumo così fresco e fragrante, come a voler prendere linfa vitale. E’ sereno.

Dopo tanta pioggia è da quasi una settimana che il tempo è cambiato e si avverte nell’aria che l’inverno è ormai finito. Il profumo della natura che rinasce prende alle narici e nel cielo terso qualche rondine disegna ghirigori nella sua corsa impazzita. E’ da un po’ che Felicino non viene chiamato per infortuni, oggi deve verificare le condizioni di lavoro in un’Associazione di volontariato. Ha una pratica di richiesta di malattia professionale per movimenti ripetitivi e deve verificare se il datore di lavoro, in questo caso il Presidente dell’Associazione, ha predisposto tutto quanto era nei suoi compiti fare per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori subordinati e di quelli equiparati e tra questi ultimi ci sono i volontari.

La materia è abbastanza delicata in quanto si tratta di Associazioni senza fini di lucro, le cui attività e gli interventi svolti dai volontari sono caratterizzate da particolari esigenze e, anche, in considerazione che l’applicazione delle disposizioni del Testo Unico sulla sicurezza non può comportare l’omissione o il ritardo delle attività e dei compiti svolti dalle Associazione di volontariato. Per tutti questi motivi il D.Lgs 81/08 ha subito una sostanziale modifica prevedendo per i Datori di lavoro solo alcuni degli adempimenti prima indicati.

Quando arriva nella sede dell’Associazione l’ispettore viene ricevuto direttamente dal Presidente che nell’Organizzazione fa di tutto, dall’intervento diretto, al tesoriere e molto spesso anche il segretario. Felicino spiega i motivi della sua visita e chiede di poter parlare con il volontario che ha presentato denuncia di malattia professionale. “Povero ragazzo” dice il Presidente “ha sempre male al collo, alle braccia e ai polsi e tante volte avverte un intorpidimento degli arti superiori. Adesso glielo chiamo è di la in pausa”. L’ispettore nella lunga chiacchierata con il volontario apprende che il suo lavoro consiste nell’andare a casa di persone anziane e assisterle per un paio di ore al giorno; spesso sono persone allettate o che si muovono male e quindi è necessario sollevarle, girarle nel letto e fare altri lavori dove è evidente una certa ripetitività e una postura incongrua del volontario. Felicino, viene inoltre a sapere che il volontario non ha ricevuto alcuna informazione sui rischi specifici esistenti ed inerenti al lavoro che fa e neanche sulle misure di prevenzione adottate e da mettere in pratica. Sente anche gli altri volontari presenti e accerta che nessuno ha mai ricevuto informazione sui rischi esistenti e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate. E’ chiaro che, nonostante l’Associazione faccia un lavoro di grande utilità sociale, rivolto a persone con scarse disponibilità economiche, c’è una poca attenzione per i rischi a cui sono soggetti i volontari. Felicino sa che questo può comportare danni per la salute di questi lavoratori e quindi, anche se a malincuore, deve procedere alla contestazione dell’inadempienza.

Chiama il Presidente, intanto indaffarato ad organizzare il servizio dei volontari per il giorno dopo e gli dice “Lei, in quanto Presidente di questa Associazione, rappresenta la figura del Datore di lavoro ed è in questa veste che avrebbe dovuto fornire a tutti i volontari, compreso quello che ha presentato denuncia di malattia professionale, dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti in cui il lavoratore stesso è chiamato ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate, come prevede l’art. 3, comma 12-bis del D.Lgs 81/08”, il Presidente si sente confuso, capisce che a forza di pensare esclusivamente ai servizi da organizzare, ha trascurato degli adempimenti che servivano a proteggere la salute dei volontari. Si rende conto che per il futuro ha bisogno di una struttura interna che non sia costituita solo da lui e che certi aspetti sono altrettanto importanti come il servizio che svolgono. E’ amareggiato e quasi si vergogna. Non cerca giustificazioni dice solo “Ispettore faccia Lei”. Quell’arrendevolezza così espressa, porta Felicino a pensare che alcune volte si dovrebbe sorvolare sull’applicazione rigida della legge. E’ il pensiero di un momento, quindi, anche se a malincuore tira fuori il blocchetto dei verbali e lo compila, spiegando che, in questo caso purtroppo, la sanzione, di natura penale, prevede l’arresto da due a quattro mesi o l’ammenda da 750 a 4.000 euro. Quando esce fuori ha già deciso che da domani, almeno una vota a settimana, dopo l’orario di lavoro si recherà in quell’Associazione, come volontario, per mettersi al servizio degli altri.

A cura di Studio SGRO

e-mail:ispettorefelicino@gmail.com

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