Palmi, processo “Cosa mia”: giudici in camera di consiglio

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I giudici della Corte d’Assise di Palmi sono entrati in camera di consiglio per decidere sulla sorte processuale degli imputati nel processo “Cosa mia”. Alla sbarra figurano circa 70 imputati accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, estorsione e una serie di altri reati. L’inchiesta è una delle più imponenti portate a termine dalla Direzione distrettuale antimafia reggina negli ultimi anni.

Tre tronconi di indagine in cui sono rimasti coinvolti quasi 70 persone: 52 nella prima tranche del 9 giugno 2010 e 10 nella seconda, scattata il 22 dicembre 2010. L’ultima, del dicembre 2011, ha riguardato una serie di presunti prestanome e alcuni fiancheggiatori della latitanza dell’allora reggente del clan Carmelo Gallico, arrestato a Barcellona. Con l’inchiesta “Cosa mia” la Dda ha stroncato una presunta associazione mafiosa – composta dalle cosche Gallico-Morgante-Sgro’-Sciglitano operante nel locale di Palmi e i Bruzzise di Barritteri di Seminara – che si sarebbe resa responsabile di numerose estorsioni e danneggiamenti consumati nel contesto dei lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria, nel tratto che – secondo le risultanze investigative – ricadrebbe sotto l’influenza della cosca Gallico e della ‘ndrina di Barritteri.

Boss, figure di secondo piano e anche le donne erano funzionali per mantenere il controllo del territorio e per accaparrarsi i milioni di euro targati A3. Il presidente della Corte d’assise Silvia Capone non ha annunciato i tempi per la fine della camera di consiglio.

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