Lampedusa: tutto pronto per l’arrivo di Papa Francesco, il primo viaggio del Pontefice è tra gli immigrati

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‘Sono venuti a prendermi quasi alla fine del mondo’. Lo ha detto lui stesso quando e’ stato eletto e domani sara’ a Lampedusa, dove sono tanti gli uomini e le donne che provengono da luoghi lontani. Fatima ha chiesto di potere indossare un vestito nuovo per incontrare domani il Papa sul Molo Favaloro di Lampedusa. Quando e’ sbarcata qui, pochi giorni fa, indossava un vecchio abito e adesso se ne vergogna un po’. Non pensava di potere incontrare il Santo Padre. Invece domani, a sorpresa, la diciassettenne, arrivata da sola, sara’ tra i cinquanta profughi che potranno stringere la mano a Papa Francesco. Ci saranno sia musulmani che cristiani. ”Non li abbiamo costretti ma hanno accolto volentieri l’invito”, spiega don Stefano Nastasi, il vulcanico parroco di Lampedusa, considerato qui ormai un eroe. E’ stato lui a mandare una lettera di invito al Pontefice per chiedergli di venire a Lampedusa. I seimila abitanti di questo lembo di terra sono emozionati. Attendono tutti con trepidazione l’arrivo del Papa che chiede piu’ tenerezza. E’ tutto pronto ormai. A partire dall’altare, una barca a strisce blu, verdi, bianche e rosse realizzato dall’artigiano Franco Tuccio con i resti dei barconi degli immigrati. Cosi’ come sara’ speciale il leggio, composto da tre timoni, anch’essi provenienti da vecchi barconi. In legno anche il pastorale e il calice per il vino. Il Papa arrivera’ all’aeroporto di Lampedusa alle 9.15 di domani. Da qui si spostera’, a bordo di una scassatissima Golf di proprieta’ di don Giuseppe Calandra, il segretario del vescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, che lo accompagnera’ fino a Cala Pisana dove salira’ a bordo della motovedetta 282 della Guardia costiera, del Comandante Gildo Damanti, emozionatissimo per l’ospite speciale. Papa Francesco sara’ accompagnato in motovedetta fino alla Porta d’Europa dove gettera’ in acqua una corona di fiori. Oltre 120 pescatori con le loro imbarcazioni faranno da ‘scorta’ alla motovedetta . Alla porta d’Europa Papa Francesco con la corona in mare ricordera’ gli oltre ventimila migranti morti in mare durante la traversata in mare per raggiungere la Sicilia.
Giusi Nicolini, sindaco tutto fare di Lampedusa non sta nella pelle: “La visita del Papa a Lampedusa e’ un evento a costo zero”, dice ai giornalisti. “Ora comincia la parte piu’ difficile, quella di riuscire a fare in modo che tutto quello che abbiamo organizzato funzioni davvero – dice Nicolini – Sara’ un giorno troppo importante che fara’ entrare nella storia la nostra isola”. E’ ancora lei a spiegare che ”la visita del Papa a Lampedusa e’ il riconoscimento piu’ grande e piu’ bello del ruolo che la nostra isola da quindici anni svolge nel Mediterraneo. Il messaggio sara’ forte, fortissimo, squarcera’ il silenzio che ha coperto le morti, la grande ingiustizia che si consuma a Lampedusa. Aiutera’ Lampedusa a esser meno sola a essere accolta in Europa”. Don Stefano Nastasi, parlando con la stampa, ricorda l’emergenza immigrati di due anni fa: “Io sono qui a Lampedusa da piu’ di sei anni – dice – e ho vissuto momenti molto forti. Ricordo benissimo le notti del 9, 10 e 11 febbraio 2011 quando arrivavano oltre mille tunisini a notte e nessuno li voleva. Ne’ l’Italia ne’ l’Europa e noi li abbiamo sistemati nel campo sportivo, che e’ stato i primo luogo di raccolta dei tunisini, proprio il luogo che domani ospitera’ migliaia di fedeli che ascolteranno il Santo Padre”.
“La visita del Santo Padre a Lampedusa e’ un momento storico non solo per Lampedusa ma anche per la Chiesa e la societa’. Da’ il segno del pastore che vuole andare a cercare le sue pecorelle”, spiega monsignor Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. “Il messaggio della visita del Papa e’ chiaro – dice monsignor Montenegro – Se si vuole cambiare il mondo, bisogna ripartire dagli ultimi e noi che siamo gli ultimi della fila dimostriamo che si puo’ lanciare un messaggio a tutti quanti”. “La visita del Santo Padre a Lampedusa e’ un momento storico non solo per Lampedusa ma anche per la Chiesa e la societa’. Da’ il segnod el pastore che vuole andare a cercare le sue pecorelle”, aggiunge monignor Montenegro. “Il messaggio della visita del Papa e’ chiaro – dice monsignor Montenegro – Se si vuole cambiare il mondo, bisogna ripartire dagli ultimi e noi che siamo gli ultimi della fila dimostriamo che si puo’ lanciare un messaggio a tutti quanti”. E lancia un monito: “Mi auguro che dopo la visita del Santo Padre a Lampedusa, parlando degli immigrati non si usi piu’ la parola ’emergenza'”. “L’immigrazione non e’ questione di statistche ma e’ una questione di vite che si perdono nel mare, il mare Mediterraneo e’ diventato un cimitero ‘liquido’ una societa’ civile non puo’ dire che gli immigrati sono coloro che ci disturbano e tolgono lavoro, sono persone che hanno voglia di vivere e non fanno che ripetere la nostra storia quando tempo fa con le valigie di cartone andavano noi all’estero”, prosegue il monsignore.
Al momento ci sono al Centro d’accoglienza 112 migranti, tra cui 75 minori non accompagnati. Di questi 50 saranno trasferiti domani al molo Favaloro. “Sono stati invitati e non certo costretti a venire – spiega don Stefano – tra loro ci sono anche musulmani. Sono stati scelti uomini, donne, bambini, giovani. Sono rappresentativi tra coloro che sono al Centro d’accoglienza”. Altri migranti, ma questa volta solo cristiani, parteciperanno somani alla Santa Messa che verra’ celebrata dal Papa. Ai giornalisti che gli chiedono come mai il Papa non vada al Centro d’accoglienza, don Stefano risponde: “Prima dei luoghi vuole incontrare i volti dei migranti”. E’ lo stesso don Stefano a gettare una frecciata alle istituzioni: “Non e’ cambiato nulla rispetto al passato. I lampedusani hanno sempre accolto gli immigrati, come domani accoglieranno il Santo Padre. L’unica cosa che si puo’ aggiungere e’ che in questi anni non si e’ fatto nulla per aiutare Lampedusa a essere riabilitata. Questo va detto, senza entrare nei particolari. Ecco perche’ mi auguro che questa visita dia un segnale nuovo non solo per Lampedusa. La nostra diocesi e’ una terra martoriata”.
Mentre il sindaco Giusi Nicolini chiede nuove leggi per gli immigrati: ”Le stragi nel Canale di Sicilia sono anche frutto di leggi che non raggiungono gli effetti che volevano raggiungere e che non sono il linea con la lunga storia di accoglienza di luoghi di confine come Lampedusa”. “Noi abbiamo una lunga storia di accoglienza, ci siamo sostituiti a chi aveva abbandonato i tunisini per strada L’isola nel 2011 ha subito per due mesi un incubo”, dice Nicolini, “quello che fa Lampedusa e’ straordinario. Noi siamo piccoli e lontani, ma accogliere e salvare i naufraghi e’ normale. Quello che Lampedusa vuole non e’ un premio speciale per quello che fa, ma essere integrata in Europa. Le politiche della continuita’ territoriale in realta’ ci isolano ancora di piu’. Il sistema va in tilt solo se i trasferimenti non sono tempestivi, bisogna assicurare il turn-over: chi parte lascia il posto a chi arriva”. Il campo sportivo e’ gia’ pronto per accogliere le migliaia di fedeli che domani affolleranno Lampedusa. Il Papa prima di celebrare la Santa Messa fara’ un breve giro a bordo di una ‘campagnola’, un’auto bianca decapottabile di proprieta’ di un milanese che vive a Lampedusa da oltre vent’anni. Poi una breve sosta nella chiesa di San Gerlando e poi, intorno alle 12.30 fara’ ritorno a Citta’ del Vaticano. Una visita lampo che i lampedusano non dimenticheranno mai.

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