Cristoforo Colombo ed il poker

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Cristoforo-Colombo-ed-il-pokerCome e quando arrivò il poker in America?

E com’è che in quella terra esso conobbe grande sviluppo a da lì si espanse di nuovo in tutto il mondo?

Queste sono le controverse questioni che per lungo tempo hanno appassionato gli storici.

Oggi, grazie agli studi congiunti di ricercatori russi e americani, cosa resa possibile dalla fine della guerra fredda, si è in grado di fornire una risposta.

E’ noto a tutti che, nel 1492, Cristoforo Colombo partì con tre caravelle, per raggiungere le Indie navigando verso Ovest.

La spedizione era molto costosa: infatti Colombo faticò parecchio prima di avere uno sponsor, che poi trovò in Isabella di Castiglia.

Isabella, comunque, non finanziò l’impresa solo per la gloria, ma confidava sul fatto che Colombo le avrebbe portato grandi tesori.

E questo, Colombo, lo sapeva bene.

Ora bisogna sapere che il grande navigatore era solito frequentare ambienti ecclesiastici, grazie ai quali era venuto a conoscenza di quel gioco chiamato poker e che veniva all’epoca giocato (come si vedrà avanti in questo libro) quasi esclusivamente tra gli alti prelati.

E ad esso si era veramente appassionato, divenendo un discreto giocatore.

 Da buon genovese, non volendo rischiare di tornare a mani vuote (temeva, infatti, che Isabella avrebbe potuto richiedergli il rimborso delle spese di viaggio), pensò bene così di portarsi un tavolo da poker con relativa attrezzatura. In cuor suo pensava di convincere i Cinesi, che sapeva essere accaniti giocatori d’azzardo, a giocare a poker, dopo aver loro insegnato i rudimenti e, traendo vantaggio dalla sua esperienza, realizzare grossi profitti.

E’ noto che Colombo non arrivò nelle Indie, bensì in America.

Il nostro navigatore riuscì comunque ad approfittare dell’ingenuità degli indigeni locali, convincendoli a giocare mettendo nel piatto oro e preziosi, che poi portò alla Regina di Castiglia, ricavandone onore e gloria.

Da allora il poker si espanse in territorio americano, anche se molto lentamente, finché non arrivò negli attuali Stati Uniti, agli albori della loro storia e dove, specie negli stati del West, fu poi largamente praticato da tutta la popolazione, senza distinzione di ceto sociale e razza.

E, come secoli dopo sarebbe accaduto per la Coca Cola ed il fast food, da lì il fenomeno si propagò poi in tutto il mondo.

Fu così che l’America si assunse la paternità del poker, almeno morale, dando al gioco molte delle attuali regole e soprattutto la terminologia oggi in uso.

Saverio Spinelli

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