La pellicola, già insignita del premio David di Donatello 2013 come miglior documentario italiano, chiude idealmente il discorso sui migranti inaugurato ieri, offrendo un’ulteriore chiave di lettura, questa volta diretta e non mediata, sul tema dell’esodo degli albanesi affrontato da Vicari ne “La nave dolce”. Il documentario, infatti, racconta dalla viva voce dei migranti che affollarono quelle navi, a partire dal regista, la storia del primo grande esodo di albanesi verso le coste adriatiche dell’Italia meridionale nei primi giorni di marzo del 1991. A quella migrazione di massa, conseguente all’apertura dei confini dell’ex paese comunista, ne seguiranno altre due che porteranno fuori dall’Albania migliaia di persone alla ricerca di un futuro migliore.
Restano invariati gli altri appuntamenti: oggi dalle 18.30, si aspetterà il match Italia- Brasile con “A mao e a luva – La mano e il guanto”, il documentario di Roberto Orazi ambientato nella favela di Recife, nel nord del Brasile, tra povertà strisciante e trafficanti di libri. Alla proiezione parteciperanno un gruppo di studentesse brasiliane dell’Università per stranieri “Dante Alighieri”, che offriranno al pubblico qualche assaggio delle specialità locali.
Mentre domani pomeriggio, sempre alle 18.30, con “Buonanotte Australia” di Pino La Face si indagherà la faccia calabrese dell’emigrazione.