In ogni campagna elettorale reggina a Destra come a Sinistra ricorre tra i vari punti
Quello che comunemente chiamiamo “Decreto Reggio” altro non è che una legge speciale del 1989, che serve a finanziare opere e infrastrutture per la città sullo Stretto.
A sentire i politici cittadini tutti hanno contribuito a rimpinguare le “casse” di questo Decreto ottenendo finanziamenti, qualcuno ha avuto sicuramente meriti più degli altri utilizzando una parte di questi fondi per realizzare qualcosa di positivo in città e le restanti somme non utilizzate?
Sono tante le opere “ferme” del Decreto: dalla riqualificazione dell’area del Mercato Generale di via Aschenez a quella del lungomare di Gallico, del Lido Comunale e di varie piazze della città tra cui la centralissima Piazza Duomo. 35 milioni di euro per il completamento dello schema idrico depurativo e 120 milioni per un sistema di mobilità sostenibile.
Per evitare il tracollo dell’economia c’è solo una soluzione: il Decreto Reggio; “far ripartire le opere previste da quella legge consentirebbe alle imprese di lavorare, introducendo nel circuito economico cittadino svariate decine di milioni di euro. Ne beneficerebbe l’intera nostra comunità. Ma sulla gestione del Decreto Reggio è necessario fare una riflessione e aprire un dibattito pubblico” secondo Cuzzocrea.
Dalle parole del suo Presidente emerge tutta la sfiducia dell’associazione degli imprenditori reggini nei confronti della classe politica reggina; colpe alla Destra, che ha malgovernato negli ultimi anni, ma anche all’opposizione che ha fatto “ammuina” senza mai agire fattivamente a favore della città.
L’unica salvezza sarebbe, dunque, il Decreto Reggio secondo Cuzzocrea. A condizione che sia gestito da un organismo terzo, costituito ad hoc e non più dalla politica.
Pare che una volta persa, la fiducia sia difficile da riacquistare.