Reggio, Cuzzocrea (Confindustria): “Decreto Reggio unica soluzione per la città”

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In ogni campagna elettorale reggina a Destra come a Sinistra ricorre tra i vari punti dei programmi l’attuazione del “Decreto Reggio”.

Quello che comunemente chiamiamo “Decreto Reggio” altro non è che una legge speciale del 1989, che serve a finanziare opere e infrastrutture per la città sullo Stretto.

A sentire i politici cittadini tutti hanno contribuito a rimpinguare le “casse” di questo Decreto ottenendo finanziamenti, qualcuno ha avuto sicuramente  meriti più degli altri utilizzando una parte di questi fondi per realizzare qualcosa di positivo in città e  le restanti somme non utilizzate?

Sono tante le opere “ferme” del Decreto: dalla riqualificazione dell’area del Mercato Generale di via Aschenez a quella del lungomare di Gallico, del Lido Comunale e di varie piazze della città tra cui la centralissima Piazza Duomo. 35 milioni di euro per il completamento dello schema idrico depurativo e 120 milioni per un sistema di mobilità sostenibile.

Troppe, secondo lo studio condotto dal presidente della sezione reggina di Confindustria, Andrea Cuzzocrea; alcune di esse, infatti, – cantierizzate  oppure non ancora appaltate- potrebbero mettere in circolo 218 milioni di euro e ossigenare il settore edilizio della città.

Per evitare il tracollo dell’economia c’è solo una soluzione: il Decreto Reggio; “far ripartire le opere previste da quella legge consentirebbe alle imprese di lavorare, introducendo nel circuito economico cittadino svariate decine di milioni di euro. Ne beneficerebbe l’intera nostra comunità. Ma sulla gestione del Decreto Reggio è necessario fare una riflessione e aprire un dibattito pubblico” secondo Cuzzocrea.

Dalle parole del suo Presidente emerge tutta la sfiducia dell’associazione degli imprenditori reggini nei confronti della classe politica reggina; colpe alla Destra, che ha malgovernato negli ultimi anni, ma anche all’opposizione che ha fatto “ammuina” senza mai agire fattivamente a favore della città.

Un sistema, quello reggino, ormai inefficiente in cui spicca qualche buona professionalità; ma i problemi rimangono quelli noti: burocrazia paralizzante, anni di sfruttamento delle casse del Comune e imprese che non riescono a continuare la propria attività a causa dei ritardi nei pagamenti.

L’unica salvezza sarebbe, dunque, il Decreto Reggio secondo Cuzzocrea. A condizione che sia gestito da un organismo terzo, costituito ad hoc e non più dalla politica.

Pare che una volta persa, la fiducia sia difficile da riacquistare.

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