Palmi, Giuseppe Pesce sottoposto al regime carcerario del 41 bis, il cosiddetto ”carcere duro”

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imagesE’ stato sottoposto al regime carcerario del 41 bis, il cosiddetto ”carcere duro”, Giuseppe Pesce, di 33 anni, indicato come il reggente dell’omonima cosca di Rosarno, costituitosi il 15 maggio scorso ai carabinieri dopo tre anni di latitanza. La circostanza e’ emersa oggi nel corso del processo ”Califfo” contro 19 tra presunti capi e gregari della cosca che si celebra davanti al tribunale di Palmi. Oggi e’ stato sentito il capitano dei carabinieri Giuseppe Lumia, in servizio al distaccamento del Ros di Gioia Tauro costituito 4 anni fa dal Comando generale dell’Arma per seguire piu’ da vicino, ha spiegato l’ufficiale, le indagini sui Pesce indicati dall’operazione Crimine come ai vertici della ndrangheta. L’ufficiale ha poi spiegato il senso di un pizzino sequestrato in carcere a Francesco Pesce, di 35 anni, nel quale dava la sua investitura quale capo della cosca al fratello Giuseppe. Nel pizzino c’era scritta la frase ”fiore per mio fratello” che, secondo gli investigatori, significa proprio il passaggio di consegne, oltre all’indicazione dei nomi di sei persone di fiducia del nuovo capo.

Nel corso della deposizione, il capitano Lumia ha anche cominciato a delineare la figura di Saverio Marafioti, ritenuto come colui che avrebbe dovuto far rispettare la volonta’ di Francesco all’esterno del carcere e indicato come il costruttore di bunker di fiducia della ‘ndrangheta dalle collaboratrici di giustizia Giuseppina Pesce, figlia del boss Salvatore, e Maria Concetta Cacciola, che si e’ suicidata nell’agosto 2011. Al riguardo, il pm della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti, ha annunciato per la prossima udienza, fissata per il 4 luglio, il deposito di una perizia che ha permesso di accertare la presenza del Dna di Giuseppe Pesce in un un bunker scoperto il 9 marzo scorso. Nell’occasione fu arrestato Francesci Nardi per il quale il pm ha chiesto il giudizio immediato per favoreggiamento aggravato dalle modalita’ mafiose. Per la prossima udienza, inoltre, il tribunale, presieduto da Antonio Battaglia, ha disposto l’esibizione dell’originale del pizzino. Domani, intanto, il tribunale del riesame di Reggio Calabria discutera’ il ricorso presentato dai difensori di Domenico Sibio e Ilenia Bellocco, figlia del boss Umberto e moglie di Giuseppe Pesce, arrestati nell’ambito delle indagini sulla ricerca del latitante. Tra l’altro, il matrimonio tra Giuseppe e Ilenia, secondo gli investigatori, fu fortemente voluto dalle famiglie per consacrare l’alleanza tra le due cosche.

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