Cosenza, i musicisti della città e della provincia protestano contro l’amministrazione comunale

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“In seguito al mancato pagamento da parte dell’amministrazione comunale, dei concerti tenuti nell’ambito dell’edizione 2012 del Lungofiume Boulevard- dicono i musicisti di Cosenza e provincia- abbiamo ritenuto doveroso informare l’opinione pubblica dell’incresciosa situazione in cui riversa la nostra categoria.
Protagonista e principale attrattiva dell’evento “Lungofiume Boulevard” è stata indubbiamente la musica, programmata e organizzata nel dettaglio, coinvolgendo un gran numero di professionisti della scena locale, in linea con gli intenti dell’amministrazione di voler valorizzare il territorio.
Come da accordi, alle singole band coinvolte nei concerti era stato garantito un cachet, come corrispettivo dovuto a una qualunque prestazione lavorativa. Sì, perché fare il musicista è un lavoro, che richiede un dispendio di tempo, denaro, studio ed energie, esattamente come qualsiasi altro mestiere.
Già in fase di contrattazione- continuano- ci siamo scontrati con l’eterno atteggiamento di chi ci vede come semplici, per quanto appassionati, intrattenitori da falò. In altre parole, il nostro lavoro è stato come sempre sottoposto a continue negoziazioni per abbassare il prezzo o cambiare il repertorio, senza alcun rispetto per la categoria professionale, quasi a volerci mettere alla stregua di giullari di corte.
E oltre al danno, anche la beffa: la “corte” di Cosenza, non ha pagato i suoi giullari, ma quelli venuti da fuori sì, e anche profumatamente. Gli unici altri fortunati ad aver ricevuto i cachet pattuiti a ogni fine concerto, sono stati i musicisti “ingaggiati” dai gestori dei singoli stand, che oltre a pagare caramente lo spazio dato in concessione dal Comune, sono stati anche in grado di pagare sera per sera tutti i musicisti che avevano scelto di far suonare. Una linea di condotta esemplare, se paragonata a quella dell’amministrazione organizzatrice dell’evento. Nel migliore dei mondi, invece, dovrebbe essere la norma.
È per questo che abbiamo deciso di riunirci ed esprimere il nostro profondo dissenso, nella speranza che questo nostro rammarico arrivi in primis ai cittadini che in quella manifestazione si sono divertiti, e poi agli amministratori che se ne sono presi il merito.
L’esito del nostro incontro e di questa protesta- concludono-  vuole essere un chiaro messaggio: nessun musicista sarà più disposto ad offrire il proprio lavoro, se non nel rispetto categorico delle condizioni stabilite. A tal fine stiamo valutando l’idea di unirci in un consorzio, che tuteli tutte le band che ne vogliano fare parte”.

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