Cosenza: accertata bancarotta fraudolenta per otto milioni di euro e sequestrati beni per 4 milioni

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In data odierna, il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di cosenza ha dato esecuzione ad un provvedimento di  sequestro preventivo emesso dal g.i.p. presso il tribunale di rossano, dott. Guglielmo labonia, su richiesta del pubblico ministero, dott. Vincenzo quaranta, della procura di rossano, attualmente diretta dal sostituto procuratore generale di catanzaro dott. Eugenio facciolla, avente ad oggetto un ramo di azienda di proprieta’ della magfin srl, con sede in rossano,  riconducibile ai fratelli milito giuseppe, ‘cl. 63’ e mario ‘cl. 64’ di rossano (cs), rispettivamente amministratori pro-tempore e soci sia della fallita magit industrie srl che della magfin srl, entrambe operanti nel settore della progettazione, fornitura, installazione di impianti idraulici e di condizionamento anche a livello industriale.

La condotta delittuosa attribuita agli indagati, noti imprenditori dell’alto ionico cosentino, è quella di bancarotta fraudolenta per aver, nella veste di amministratori della magit industrie srl, dichiarata fallita dal tribunale di rossano (cs) distratto mediante l’operazione straordinaria di cessione di ramo d’azienda, avvenuta peraltro ad un prezzo irrisorio, il patrimonio della citata magit aggravando lo stato di dissesto di quest’ultima e proceduto, nel contempo, alla cessione de facto, senza, o quasi, alcuna contropartita economica, dell’avviamento, degli appalti, delle licenze, delle posizioni giuridiche connesse alle richieste di agevolazioni previste per le imprese, in favore della magfin srl.

Le complesse investigazioni di polizia economico finanziaria eseguite dalle fiamme gialle, anche attraverso la disamina di una pluralità di atti gestionali predisposti ad “hoc”, hanno consentito di smascherare il modus operandi posto in essere dai due indagati consistito nello svuotamento dell’attivo corrispondente ad un valore di oltre € 4.000.000,00 in favore dell’altra societa’ riconducibile al medesimo gruppo imprenditoriale e lasciando in capo alla fallita le sole posizioni debitorie pari ad oltre € 8.000.000,00 che hanno, inevitabilmente, portato allo stato di decozione di quest’ultima.

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