Caltagirone, medaglie di bronzo al merito civile a 5 vigili urbani e medaglia d’onore a figlia di deportato a Mauthausen

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Il prefetto di Catania Francesca Cannizzo, nel chiostro di Palazzo Minoriti, ha consegnato ieri mattina, nel corso della cerimonia di consegna delle onorificenze successiva alla celebrazione della Festa della Repubblica nel capoluogo etneo, la medaglia di bronzo al merito civile – conferita dal ministero dell’Interno nel mese di ottobre del 2011 – a 5 agenti della polizia municipale di Caltagirone: il tenente Patrizia Annaro, gli ispettori Giuseppe Brivitello, Gloria Lauro e Vincenzo Gemma e l’assistente capo Luigi Nobile, ai quali va il plauso dell’assessore Giuseppe Marranzano: “Il Corpo di polizia municipale – afferma l’assessore – si conferma capece di esprimere lodevole impegno e professionalità, nonostante le difficoltà quaotidianamente fronteggiate”.
I cinque, insieme agli agenti del Commissariato di polizia, sventarono – nel 2008 – una rapina ai danni di una gioielleria, arrestando i due autori. Si trattò di una significativa azione condotta in tandem dalla polizia di Stato (allora diretta dal vicequestore aggiunto Giancarlo Rapisarda) e dalla polizia municipale (coordinata dal colonnello Renzo Giarmanà).
Nel corso della stessa cerimonia, la dott.ssa Cannizzo ha consegnato la medaglia d’onore a Giuseppa Dottorello, figlia di Francesco, il soldato di Caltagirone deportato a Mauthausen nel 1944 e ucciso un anno dopo. Un’onorificenza, questa, che è motivo di legittimo orgoglio per il nipote Antonio Faranda Gnao, autore delle ricerche necessarie per ricostruire la storia del nonno (“Un padre di famiglia, una persona umile che lavorava tutto il giorno pur di portare il pane a casa”) e che riceve il commento improntato a soddisfazione del sindaco Nicola Bonanno: “Il giusto riconoscimento alla memoria di un uomo che, purtroppo, non è più tornato dal campo di sterminio nazista”. Quando fu ucciso, Dottorello aveva 36 anni. A lui Caltagirone ha dedicato, pochi anni fa, una via e, nel 2008, una targa specifica all’interno del monumento dei caduti, dove era già ricordato insieme ad altri quattro concittadini come disperso in guerra, mentre adesso è annoverato tra i martiri antifascisti.

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