Regione Calabria, il consigliere Giuseppe Giordano su lavori IV Commissione

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“Una visione di insieme sul rischio idrogeologico in Calabria, sulle misure già adottate e sugli interventi normativi, programmatici e tecnici, oggi auspicabili per assicurare prospettive di serenità e sicurezza ai cittadini”.
Con questo obiettivo, spiega il consigliere regionale Giuseppe Giordano “ho chiesto alla Commissione ‘Ambiente’, di cui non sono componente, di procedere all’audizione dei responsabili di Dipartimento e dei tecnici, anche per chiedere l’immediato aggiornamento del Piano di assetto idrogeologico (PAI), interpellando tutti i soggetti istituzionali coinvolti, a partire dal sottosegretario alla Protezione Civile Giovanni Dima assieme ai responsabili di Dipartimento e al segretario generale dell’Autorità di bacino, ingegnere Siviglia. E’ stata un’occasione importante per fare il punto della situazione, raccogliendo le sollecitazioni degli Ordini professionali (geologi, ingegneri, architetti e geometri) che vivono quotidianamente la criticità di un settore che alimenta preoccupazione diffusa. Parliamo di un argomento di grande delicatezza e complessità che necessita di un ragionamento organico che forse, purtroppo, fino ad oggi è mancato”.
“Il Consiglio regionale ha trattato questo tema solo nel 2010, in occasione di un evento drammatico che ha messo in ginocchio alcune aree della regione. Da allora, la Calabria, purtroppo, non ha fatto grandi passi in avanti. Nel 2001, la Regione si è dotata del Piano di assetto idrogeologico, un documento stralcio che ha fotografato solo il 20% del territorio calabrese, lasciando senza mappatura il restante 80% della regione”.
“Oggi- afferma Giuseppe Giordano – occorre fare il punto sull’Accordo di programma del 2010 perché i fondi erogati con Delibera Cipe, peraltro accreditati meno di un anno fa, sono solo 220 milioni, una somma esigua e assolutamente insufficiente per aggredire il problema con efficacia e coerenza strategica. Dopo tre anni, su 185, solo 5 sono gli interventi effettuati e questo è grave. Abbiamo ripetutamente sollecitato la velocizzazione e l’attuazione del programma. Oggi, non si può perdere ulteriore tempo poiché c’è il rischio concreto che nel caso in cui i progetti e le risorse non venissero definiti entro quest’anno, ci sarebbe l’automatico disimpegno e quindi per i calabresi, al danno e al pericolo, si andrebbe ad aggiungere una intollerabile beffa”.
“Non si può più attendere – sostiene ancora Giordano – : ‘l’ordinaria’ cultura dell’emergenza in Calabria va sconfitta con un sistema di prevenzione e formazione. E’necessario immaginare una piattaforma di ricerca avanzata, incentrata sia su tecniche di costruzione che su procedure e modelli di prevenzione del rischio di dissesto idro-geologico. La prevenzione deve essere ad ampio raggio: vanno fronteggiati il rischio idro-geologico, quello sismico e quello delle frane che incombe su quasi tutti i comuni della Calabria e, non ultima, la mitigazione del rischio dell’erosione costiera che finora ha depauperato un’autentica ricchezza di questa regione rappresentata dai 770 Km di costa”.
“Il tutto –prosegue Giordano – all’interno di una efficace pianificazione e di un coordinamento effettivo fra i vari organismi al fine di superare conflitti, sovrapposizioni di competenze ed eccessive burocratizzazioni. La seduta è stata proficua. Tutti d’accordo – conclude Giordano – sulla necessità, da me sollecitata, di proseguire su questo percorso interpellando le Università e gli ‘attori’ del sistema della difesa e del governo del territorio”.

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