Messina, incendio ex Sanderson, Visicaro: “rogo criminale che spiana la strada a soluzioni non condivise”

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saro visicarL’ennesimo incendio appiccato ai capannoni ex Sanderson – l’ultimo si è verificato lo scorso 29 dicembre – crea inevitabilmente un punto di domanda semplice e sacrosanto: perché?

Cosa succede in quell’area dismessa ormai da anni? Perché negli anni, con periodicità inquietanti, si verificano episodi del genere? Su tutte le ipotesi la più accreditata resta la speculazione edilizia. L’area ex Sanderson, seppur appare come uno scheletro di ciò che fu una storica fabbrica agrumaria, sembra far gola a diversi costruttori. Il rogo scoppiato ieri ha contribuito ed eliminare quel poco che era rimasto della struttura, e data la certezza sulla natura dolosa delle fiamme emergono numerose riflessioni.

Nello specifico, pubblichiamo interamente la nota di Saro Visicaro, presidente dell’associazione radicale “Leonardo Sciascia”, e candidato al Consiglio Comunale con la lista “Cambiamo Messina dal Basso – Renato Accorinti sindaco”.

Impuniti che ostentano la loro impunità. E’ questo l’atteggiamento di un ceto politico che ha distrutto Messina. Nell’affare Sanderson ci sono “responsabilità occultate e disegni criminali”, ma altrettanto vera è la sfrontata spudoratezza di chi amministra ed ha amministrato la nostra città.

La caratteristica dei comportamenti di tutti gli amministratori è quella del “sopire e troncare”. Ovvero addormentare i problemi, i bisogni, le emergenze della collettività e, contestualmente, troncare ogni possibile soluzione che non sia quella che serve ai loro interessi.

Nell’ennesimo rogo criminale, che avrebbe potuto procurare vittime innocenti, c’è lo stesso disegno di tutte le altre emergenze cittadine. Il metodo semplice, e però devastante, è quello che serve a spianare la strada non a soluzioni condivise, programmate, urbanisticamente sostenibili ma ad alimentare quel “partito del mattone” che ha già abbondantemente distrutto i luoghi più belli della nostra città. Dalle colline della zona Nord a tutta la zona Sud. In questo sistema di connivenze c’è chi non ha vigilato e silenziato le “anomalie denunciate e documentate” e chi ha spalleggiato l’immobilismo delle decisioni.

Basterebbe rileggersi le cronache giornalistiche per riscoprire chi ha affossato tutti i progetti di riqualificazione di quell’area. Chi non ha voluto che si destinasse quella storica fabbrica agrumaria ad area di servizi per la Fiera Campionaria o a soluzioni innovative di carattere culturale. Chi non ha voluto, come avrebbe potuto e dovuto, vincolare tutta la superficie come zona di archeologia industriale.

Con il nuovo consiglio comunale, c’è da stare certi, scopriremo chi avrà il mandato di chiedere il
cambiamento di destinazione d’uso di quel patrimonio storico rappresentato dall’ex Sanderson. Con impudicizia e spudoratezza.

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