Sacelit, oltre al danno la beffa: truffa nella bonifica dell’amianto, 11 avvisi di garanzia

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amiantoLa Sacelit di San Filippo del Mela continua a fare notizia. La fabbrica-killer della provincia di Messina, che ha causato la morte di 114 operai e dipendenti per asbestosi, praticamente metà dei lavoratori, avrebbe dovuto conoscere una bonifica, che però si è trasformata in truffa. L’amianto infatti non sarebbe stato rimosso e portato in centri di stoccaggio adeguati, ma gettato in discariche non idonee o addirittura sversato nei torrenti locali.

Lo denuncia Salvatore Nania, presidente del comitato “Ex-esposti amianti” ed egli stesso ex dipendente Sacelit, a margine della notizia degli 11 avvisi di garanzia che hanno coinvolto i responsabili della bonifica e delle discariche dove è stato portato il materiale. L’accusa, a vario titolo, è per i reati di traffico illecito di rifiuti pericolosi in concorso e falso del privato in atto pubblico. L’amianto fu depositato sotto la falsa indicazione di rifiuti “normali” nei siti di Gavignano (Lazio), Priolo e Lamezia Terme. Nel registro degli indagati sono finiti: Pasquale Pagnozzi, Filippo Morelli,  Pietro Accolla, Diego Medolago, Paolo Andreini, Ernesto Giovanni Fenaroli, Achille Aversa, Ilario Emanuele, Maria Laura Stella, Antonella Mastrosanti, Lorenzo Bastoni.

Da tempo denunciavo che si dovesse indagare per capire dove erano finiti i residui di lavorazione della Sacelit“, ha dichiarato Nania. “Non sono bastati i morti in fabbrica, qualcuno vuole fare una strage. Molto spesso l’amianto era sversato appunto in torrenti qui vicino o in discariche e quindi tutti residenti delle abitazioni accanto a questi siti sono a rischio“, conclude il presidente del comitato.

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