La Borsa brinda al governo Letta, cala lo spread. L’esperto: “questo governo potrebbe darci ulteriori soddisfazioni”

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Il governo Letta riceve una prima ma importante approvazione dai mercati. Chiude in forte rialzo piazza Affari all’indomani del giuramento del governo e dopo l’asta che ha collocato 6 miliardi di Btp con un tasso di interesse sceso sotto il 4% per la prima volta dal 2010. Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi chiude a quota 272 e spinge al rialzo il comparto bancario. Il Ftse mib ha concluso a +2,2% a 16.929 punti, mentre l’All share ha chiuso a +2,06% a 17.930 punti.
Boom dei titoli bancari: Intesa (+2,6%), Unicredit (+2,5%), Ubi (+3,4%), Mediobanca (+1,8%), Banco popolare (+3,2%). Vola Mps (+6,8%) nel giorno dell’assemblea dei soci. Maglia nera Bpm (-3,8%) i cui soci, la settimana scorsa, in un’accesa assemblea, hanno votato contro la proposta di introdurre il voto elettronico a distanza. Bene il settore energetico con A2a (+6,1%) maglia rosa del comparto. Guadagni anche per Enel (+3,3%) e Green power (+2,4%). Eni ha chiuso a +1,6%, Snam a +1%, Saipem a +1,1%. Nel settore auto perdite per il titolo Fiat (-1,1%) dopo la presentazione della trimestrale che mostra un utile in calo. Fiat Industrial guadagna lo 0,8%; Exor lo 0,5%. Bene il settore industriale: Impregilo (+2,1%), Finmeccanica (+2,1%), Buzzi (+2,4%). Nel comparto lusso Luxottica ha chiuso a +2,7% nel giorno dell’assemblea degli azionisti. Giornata positiva anche per le altre piazze europee: il Dax di Francoforte sale dello 0,75% a 7.873,50 punti, il Cac 40 di Parigi cresce dell’1,54% a 3.868,68 punti, l’Ftse 100 di Londra segna +0,49% a 6.458,02 punti, l’Ibex di Madrid guadagna l’1,85% a 8.450,9 punti.

La situazione dello spread è migliorata sensibilmente e il nuovo governo Letta-Alfano potrebbe darci delle ulteriori soddisfazioni“, conferma il reggino Bruno Sergi, docente di economia internazionale all’Università di Messina nonchè Senior Fellow e docente della Harvard University, uno dei principali centri di studio e ricerca degli Stati Uniti d’America, a Cambridge, nel Massachusetts, nell’area metropolitana della città di Boston.

Ma perché tutto questo interesse sullo spread?

Lo spread, termine tecnico fino a poco tempo fa in uso solo agli esperti di economia e finanza, oggi, dopo l’esplosione dei problemi legati alla gestione dei debiti sovrani, è diventato di uso comune. Semplice. Perché esso ci dà una chiara quanto importante informazione sullo stato di un’economia e sul costo di gestione del suo debito pubblico“.

Ma qual è il suo significato?

Lo spread altro non è che la differenza tra il tasso di interesse pagato sui Buoni del Tesoro poliennali con scadenza decennale e gli omologhi  titoli tedeschi (Bund). Un esempio può aiutarci a comprendere meglio. Se il tasso di interesse pagato sui Buoni del Tesoro poliennali fosse del 4.35% e il tasso di interesse sui Bund dell’1.35%, lo spread sarebbe pari a 4.35% – 1.35%, cioè 300 punti base o 3%. (Faccio notare che un punto base equivale a un centesimo di punto percentuale, lo 0,01%). Seguendo l’esempio precedente, se il tasso sui Buoni del Tesoro poliennali rimanesse fermo al 4.35% mentre il tasso sui Bund scendesse all’1%, il nuovo spread si porterebbe a 335 punti (4.35% – 1.0% = 335 punti base, ovvero 3.35%)“.

Perchè negli ultimi mesi lo spread è letteralmente crollato?

Lo spread è sceso per una maggiore liquidità nel sistema finanziario interno e internazionale, che, portando con sé un aumento della domanda dei Buoni del Tesoro poliennali (quelli italiani rendono di più rispetto ad altri e sono allo stesso tempo tra i più sicuri in termini di rimborso), determina una riduzione del tasso di interesse pagato e una conseguente riduzione dello spread. Da ultimo, la nuova leadership della Banca del Giappone, probabilmente anche su input del nuovo premier giapponese, ha avviato una politica monetaria espansiva. Inoltre il più importante fondo pensionistico giapponese ha iniziato a investire sui nostri titoli del debito anche nell’ottica di ottenere rendimenti più elevati“.

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