Reggio: la fondazione Exodus appoggia le parole del portavoce del Terzo Settore Squillaci

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EXODUSRiceviamo e pubblichiamo:

La Fondazione Exodus Onlus opera tra Reggio Calabria e Provincia da quasi vent’anni. Pur non gestendo direttamente servizi sociali per il Comune, si identifica completamente nelle parole del portavoce del Terzo Settore, l’amico Luciano Squillaci, in prima linea da anni in un estenuante lotta per la difesa dei diritti essenziali di assistenza delle categorie più deboli e fragili della città.

La situazione in città è drammatica, non si muove alcuna attività economica, tutto è fermo e con un Comune al dissesto, oberato dai debiti, frutto di una politica aprogrammatica, insensibile, ottusa, negligente e sprecona.

Si sbatte contro un muro. Negli anni sono state tante ed estenuanti le trattative per fare capire il valore dei servizi sociali, per non arrivare a un punto di non ritorno.

L’ultimo disperato non-tentativo, fatto con la morte nel cuore, é quello di ammainare le vele e dichiarare che dal 28 marzo le cooperative e le associazioni cesseranno di erogare i servizi.

La speranza é che questo grido di dolore venga finalmente raccolto, che la gestione commissariale

del Comune di Reggio Calabria capisca e proponga, e chieda scusa a tutti gli operatori che da venti mesi (dico venti mesi) non percepisce lo stipendio. Che si diano regole e scadenze certe. Che 40 anni di servizi sociali non vengano buttate alle ortiche, e con essi il futuro lavorativo di centinaia di persone, e, ancora di più, il diritto degli ultimi ad avere risposte, assistenza, vicinanza e futuro.

Di seguito l’appello di Luciano Squillaci:

Carissimi, nel ringraziare quanti di voi (e sono stati tantissimi) hanno voluto essere vicini nella nostra battaglia divulgando il dramma che sta vivendo Reggio, vorrei darvi le ultime notizie. Purtroppo le organizzazioni del Terzo Settore hanno formalmente notificato al Comune ed alle famiglie la chiusura dei servizi a partire dal 28 marzo. Una decisione tanto dolorosa quanto inevitabile che, se non interverranno risposte concrete da parte dell’amministrazione comunale, significherà la fine di esperienze di oltre 40 anni di servizio verso gli ultimi della città, ma soprattutto la fine dello stato di diritto. Ovviamente non accetteremo di morire in silenzio! La nostra lotta sta continuando senza sosta, ed insieme a noi ci sono i familiari dei tanti bambini, dei disabili, degli anziani, che tra qualche giorno si vedranno negare anche quei pochissimi servizi che ancora a Reggio si riuscivano a garantire. A voi chiediamo di aiutarci divulgando il più possibile il dramma che stiamo vivendo a Reggio, nella consapevolezza che i diritti negati sono una malattia infettiva. Città come Napoli, come Palermo, come Roma e negli ultimi giorni anche Messina già stanno soffrendo della medesima malattia. Non possiamo abbassare la guardia, non possiamo accettare logiche economiche di tagli lineari di fronte a diritti minimi di cittadinanza. Non possiamo fare pagare ai cittadini più deboli lo scotto di una crisi che non hanno certamente contribuito a determinare.

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