Reggina, è resurrezione? Niente voli pindarici

StrettoWeb

Quattro giorni dopo la pesante debacle casalinga con il Cesena ed il cambio di allenatore, con l’esonero di Dionigi e l’arrivo, anzi il ritorno, di Bepi Pillon, la Reggina ritrova i tre punti sbancando Ascoli, una delle tante concorrenti per la salvezza, alla luce della classifica cortissima che coinvolge una dozzina di squadre nella lotta per la sopravvivenza.

Una condotta di gara accorta ha consentito agli amaranto di ritrovare il sorriso e forse soprattutto la fiducia nelle proprie possibilità. A Pillon il merito di non aver stravolto la formazione, confermando il modulo adottato ultimamente dal suo predecessore, con Colucci a suppporto delle punte, nel ruolo forse a lui più congegniale, non in cabina di regia come ci era stato prospettato sin da prima del suo ritorno in riva allo Stretto.

Certo, prima della rete del vantaggio gli amaranto non avevano fatto sfraceli, così come i bianconeri di Silva, esonerato e sostituito da Rosario Pergolizzi, ex difensore della Reggina, che si erano spinti in avanti un pò di più. Ma finalmente anche la fortuna è stata dalla parte degli amaranto, visto che sul primo goal di Di Michele c’è lo zampino della dea bendata, sotto forma della pelata di Zaza, capocannoniere del torneo con 18 centri, la cui deviazione aiuta la traiettoria della punizione calciata dall’ex Lecce e Udinese a finire alle spalle di Maurantonio. Ma le altre due segnature sono tutte frutto della classe del ritrovato attaccante di Guidonia, che riscatta di colpo le ultime non brillanti prestazioni, in cui forse la frenesia e la voglia di fare tutto da solo l’avevano notevolmente frenato.

E proprio Di Michele può, anzi deve, dall’alto del suo spessore tecnico, di gran lunga migliore rispetto ai compagni e a molti, moltissimi avversari di questa serie Bwin, essere finalmente l’arma in più della Reggina nella rincorsa salvezza. Altre note positive sono il suo partner d’attacco, il generoso Gianmario Comi, che anche quando non segna è importante alla luce del lavoro che conduce a favore della squadra e una ritrovata solidità difensiva, Bergamelli su tutti, anche se il reparto offensivo ascolano non ha procurato troppi grattacapi.

La vittoria del “Del Duca” non va però interretata come un’ immediata resurrezione, bensì come una buona base da cui ripartire nella corsa alla salvezza. I limiti tecnici di questa squadra restano, tuttavia non mancano le possibilità di tirarsi fuori. Pertanto niente voli pindarici, non se li può permettere la Reggina e questa Reggina in particolare, la situazione di classifica è la medesima, quartultimo posto che, se il torneo fosse finito ieri, significa play out, ma il team di Pillon ha il dovere di continuare a camminare ed iniziare a vincere al “Granillo”, mostrando ancora la faccia esibita martedì sera sin da domenica prossima contro la sempre ostica Juve Stabia.

Condividi