“V. Emanuele”, il M° Fogliani a StrettoWeb: “impossibile lavorare con questa dirigenza, mai visto disinteresse simile”

StrettoWeb
Il M° Fogliani
Il M° Fogliani

StrettoWeb ha raggiunto telefonicamente il M° Antonino Fogliani, direttore messinese apprezzato in Italia e nel mondo, che era stato ingaggiato per guidare l’Orchestra nella rappresentazione del Rigoletto di Giuseppe Verdi, in programma al Teatro “Vittorio Emanuele” di Messina il 19, 21 e 23 marzo (qui la nota ufficiale del Maestro).

Abbiamo chiesto al Maestro se ha mai conosciuto una situazione simile a quella del Teatro di Messina, e ci ha risposto: “Ovunque, in tanti teatri, ci sono problemi causati dall’attuale crisi economica. Ma mai ho visto un disinteresse totale come a Messina”. Il direttore d’orchestra contesta la scelta di porre le prove alle 10 del mattino, quasi un boicottaggio contro gli elementi dell’Orchestra considerati “rompiballe”.  Una scelta che però inficiava innanzitutto il suo operato: “Ci sono voci non confermate di ingaggi di artisti dell’Est o di giovani elementi del Conservatorio. Con tutto il rispetto per loro, ma Messina ha un’Orchestra assolutamente selezionata, i cui elementi sono stati assunti con regolare concorso”. Una situazione che non si sarebbe venuta a creare se l’Orchestra fosse stata stabile e i professori non avessero avuto bisogno di cercare occupazioni alternative: “Trovo questa scelta immorale, che ha impedito l’occupazione dei miei colleghi, grandi artisti e professionisti. Questa gente ha dovuto trovare un’occupazione alternativa, passando la giornata lavorando tra scuola e Teatro”.

Il Maestro afferma di aver accettato un cachet ben più ridotto rispetto ai suoi standard, ed inoltre di essersi mosso in prima persona per procurare le parti, “facendole inviare a Messina dal direttore artistico del Teatro di Trieste, che le ha gentilmente concesse gratis. Ma questo non doveva essere compito del direttore artistico di Messina?”. Secondo Fogliani “non può esistere una dirigenza insensibile alle questioni musicali”, e non è concepibile programmare solamente due opere l’anno. “In altri teatri, come in quello di Genova, nonostante i problemi, c’è stata la voglia, si è provato a risolverli. Ma qui sembra ci sia un gioco al massacro. A chi fa bene?”, aggiunge. Si augura inoltre che questi siano soltanto gli ultimi “colpi di coda” di una dirigenza che, nelle intenzioni del Governatore Crocetta, dovrebbe essere sostituita presto da un commissario.

Fogliani inoltre denuncia l’incomunicabilità con la dirigenza e il direttore artistico, che non hanno mai risposto alle sue richieste di chiarimento, affermando di non poter “ledere” la sua “credibilità”, lanciandosi nel buio con un’orchestra costruita all’ultimo minuto. E conclude così: “Se gli amici di Messina volessero fare invece un concerto di protesta, parteciperò volentieri. Non posso però lavorare con questa dirigenza. Non mi interessa creare un ‘caso’, c’è invece in gioco il futuro di Messina, una città con enormi potenzialità”.

Attestato di stima per il M° Fogliani da parte dell’Orchestra del “Vittorio Emanuele”. Giampiero Cannata, in rappresentanza dei suoi colleghi, ha dichiarato a StrettoWeb: “Vogliamo pubblicamente ringraziare il M° Fogliani, un artista di calibro internazionale, che ha avuto la sensibilità di porsi nei nostri panni e riconoscere l’impossibilità di lavorare insieme a questa Dirigenza”.

Il musicista sottolinea come la scelta di cercare un impiego parallelo da parte di molti appartenenti all’Orchestra sia direttamente dovuto al rifiuto dell’E.A.R. di stabilizzare lavoratori, cosa che doveva avvenire già a partire dal 2005. Adesso l’imposizione dell’orario che impedirebbe a molti di loro di partecipare al Rigoletto. Il professore d’orchestra precisa: “A causa di questo cambio d’orario molte prime parti storiche, soprattutto tra i fiati, non potranno prendere parte alla produzione. Il livello dell’Orchestra scenderebbe, ne verrebbe meno la solidità artistica. Un professionista del calibro del M° Fogliani non può scendere a compromessi di questo genere”. “E’ stata un’azione volta unicamente a creare un danno a noi orchestrali, come se quello che già ci hanno fatto non fosse già sufficientemente grave”, conclude Giampiero Cannata.

Condividi