Seminario organizzato dal Rotary Club Reggio Calabria: “il bene comune nella cultura contemporanea”

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Rotary«In una società dove prevale l’egoismo è essenziale tornare a parlare di bene comune e della sua vera essenza». Con queste parole il Presidente del Rotary Club Reggio Calabria, Francesco Costantino, ha aperto i lavori del seminario “Il concetto di bene comune nella cultura contemporanea”, organizzato dal club service della città dello Stretto in collaborazione con la Commissione distrettuale fra tradizione ed innovazione “Il Rotary e la sfida del bene comune” del Distretto 2100 e il Comitato locale “Dante Alighieri”.

Durante i saluti iniziali Giuseppe Luppino, presidente del cittadino club service Reggio Nord, ha sottolineato l’importanza dell’incontro per focalizzare appieno il significato del tema del bene comune, mentre Francesco Truglio, presidente del club reggino Reggio Sud, ha continuato dicendo che il «bene comune deve trasformarsi nell’obbiettivo primario dell’azione globale del Rotary».

Salvatore Berlingò, Magnifico Rettore dell’Università per stranieri “D.Alighieri”, ha posto l’accento sulla scelta non casuale della location del convegno: «La vicinanza del nostro ateneo – ha dichiarato- è doverosa, poiché l’impegno per il bene comune ci coinvolge particolarmente, noi che siamo un’istituzione che coinvolge chi generalmente viene escluso; convinti – ha continuato – che la società, se non vuole cadere nel baratro, ha bisogno dell’apporto di tutti».

«In Italia – ha affermato Giuseppe Bova, presidente del Comitato locale “Dante Alighieri” – imperversano la disuguaglianza e il relativismo. In questo momento di estrema difficoltà del nostro Paese è fondamentale parlare di bene comune. Stiamo assistendo a una forma di involuzione sociale e non possiamo stare fermi; dobbiamo agire affinché il bene comune sia davvero tale e dobbiamo porre le basi di un sistema che possa donare opportunità a tutti di vivere una vita migliore».

Partendo dall’affresco del “Buon Governo”, simbolo ideale del seminario, svoltosi alla presenza anche di una rappresentanza dell’ Istituto Tecnico “R. Piria” di Reggio Calabria, il presidente della competente Commissione distrettuale del Rotary International, Antonino Gatto, ha dichiarato che il buon governo non è altro che «una comunità laboriosa legata da una fiducia reciproca; cooperazione, condivisione, amicizia e solidarietà: questi – ha continuato – sono i cardini su cui si deve basare il “nuovo” umanesimo, votato alla logica del “noi”. Il Rotary può fare tanto, con la sua azione deve scuotere le coscienze affinché la crisi economica e sociale non si trasformi in crisi più profonda e generale».

La relazione di Francesca Panuccio, Direttore della Scuola Superiore di formazione Politica “Mons.Lanza”, si è focalizzato su come il bene comune viene affrontato nei documenti della Chiesa. «Oggi il bene comune è inteso come qualcosa che è di tutti e di ciascuno, indivisibile, poiché soltanto insieme è possibile accrescerlo e custodirlo. Frazionare il bene comune significa parcellizzare la dignità dell’uomo; quindi l’indivisibilità del bene comune è essenziale. Gli uomini del nostro tempo devono essere consapevoli di essere debitori della società poiché il binomio bene comune-dignità umana è indivisibile. Dobbiamo lavorare affinché siano accessibili a tutti gli uomini i servizi necessari per vivere in condizioni dignitose. Il bene comune, in estrema sintesi, coincide con la giustizia sociale».

Spazio poi alle parole del presidente del Rotary Club di Locri, Stefania Rossi che ha chiosato: «Forte della sua crescita esponenziale negli anni, il Rotary non deve fare solo beneficienza. Esso, nella sua totalità, deve essere pronto a cambiare insieme al mondo. Mettiamoci, noi rotariani, al servizio della società, troviamo le soluzioni ai problemi. Creiamo centri di ricerca per trovare nuove forme di economia. Dobbiamo essere utili, noi rotariani siamo cittadini “senza passaporto”, dobbiamo donare e donarci per arricchire e difendere, insieme, il bene comune».

Numerosi gli interventi del pubblico, in cui sono stati analizzati vari aspetti del dibattito, ovvero il “nuovo” umanesimo, il bene comune visto dai giovani, il rispetto delle regole, l’importanza dell’ascolto e anche l’assenza di lavoro.

A firmare la postfazione del seminario il prossimo governatore del Distretto 2100 del Rotary, Maria Rita Acciardi. «Parlare del bene comune è un cammino lungo, ma quello che è importante è approcciarci a compiere tale cammino. Con gli strumenti a nostra disposizione forse non siamo in grado ancora di definire i confini di bene, ma quello che sappiamo con chiarezza è cosa bene non è. Viviamo in un momento difficile, e la speranza che ci deve animare è il desiderio e la voglia di trasformare l’etica privata in etica pubblica; la coscienza di uno deve diventare la coscienza di molti. Servizio, empatia, disponibilità verso gli altri. La solidarietà deve diventare strumento per arrivare al bene comune. Alla base di questo cambiamento ci deve essere un progetto: il rinnovamento delle coscienze. Il Rotary deve sensibilizzare la società, dare speranza ai giovani, far capire che proprio nei periodi di crisi nascono le idee migliori. Dobbiamo far nascere all’interno di ognuno la cultura del rispetto delle regole, unico strumento per salvaguardare il bene comune e garantire così un futuro migliore».

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