Messina, Teatro Vittorio Emanuele, Fistel Cisl: “Occorre fronte unico di trattativa”

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Riceviamo e pubblichiamo:

La Fistel Cisl non è appiattita sulle posizioni dei vertici del Teatro Vittorio e non sostiene o difende le evidenti contraddizioni e debolezze del CdA, del Sovrintendente e del Presidente. Non lo ha mai fatto, in nessuna delle molte trattative avute in questi anni con i vertici del Teatro”. Il segretario provinciale della Fistel Cisl Domenico Allegra risponde a muso duro alle accuse di Slc Cgil e Uilcom sulla vertenza del Teatro Vittorio Emanuele. “Certo – sostiene Allegra – è più facile veicolare il concetto dell’appiattimento, piuttosto che quello della diversa visione delle circostanze  e della mancanza di unitarietà dei lavoratori sulle scelte sindacali attuate”.

La Fistel è stata la prima Organizzazione sindacale a chiedere pubblicamente le dimissioni del CdA, a chiedere un diretto coinvolgimento dell’assessorato regionale con la nomina di un Commissario che gestisse le questioni di equiparazione e pianta organica, è stata l’unica a lamentarsi della discutibile dinamica della nomina di un commissario non giunta a compimento.

Ma – afferma Allegra – una cosa è contestare comportamenti e debolezze, dare un giudizio di “posizione” chiedendo le dimissioni del CdA, altra cosa è mettere in atto una serie di iniziative che non fanno altro che alzare il livello di conflittualità per ottenerle, interrompendo ogni ulteriore possibilità praticabile, soprattutto in questi momenti di grande precarietà e complessità. Su una cosa siamo tutti d’accordo: i dipendenti del Teatro devono avere giustizia in relazione ai propri profili professionali, rispetto l’applicazione della legge 10/2000; Messina merita una Orchestra stabile al pari delle altre città siciliane; la cultura a Messina deve avere un ruolo trainante, sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista economico; le maestranze hanno il diritto di essere impegnate perché i lavoratori non possono e non devono pagare il prezzo della crisi, quella antica e quella nuova; la politica clientelare e determinata dall’appartenenza a gruppi di ascari va rimossa dalla cultura messinese. Stabiliti i punti di convergenza sulle analisi bisogna scegliere modi, tempi, strategie, azioni e percorsi”.

La Fistel non condivide la scelta di alcune organizzazioni per le quali l’unico obiettivo dell’azione sindacale deve essere quello di mandare a casa il CdA, contro il quale, dopo il primo anno dall’inizio del mandato,è stato assunto ogni possibile atteggiamento per imbastire una campagna delegittimante e spostare le materie sindacali nell’ambito della comunicazione mediatica. “Noi – spiega Allegra – riteniamo che il ruolo sindacale si debba svolgere nell’ambito di tavoli relazionali. Anche se siamo dell’avviso che il CdA non è difendibile per la gran quantità di errori commessi e, se si dimettesse, non farebbe un atto inutile. Date le attuali circostanze, trascinare ancora il loro mandato non è opportuno. Ormai – prosegue il segretario della Fistel – la strada obbligata è la convergenza di tutte le forze messinesi per strappare alla politica regionale la possibilità di sciogliere i nodi”.

Quello che sta accadendo, sottolinea la Fistel, è esattamente il contrario: per affermare un ruolo sindacale, non unitario (ricordiamo che almeno il 50% dei dipendenti del teatro non condivide i percorsi sindacali attuati e che solo il 25% circa degli orchestrali non ha un contratto con altri enti) si sta inscenando una guerra perenne di tutti contro tutti.

Perché si continua a ignorare che la diversificazione interna al Teatro? Vi è una minoranza dei lavoratori che vuole rappresentare tutto il Teatro Vittorio Emanuele. Noi non accettiamo di seguire questa strada e non vi è nessuna compromissione, nessuna stranezza. Semplicemente, la Fistel non condivide questa linea”.

Il rispetto dovuto all’azione del Presidente Crocetta – continua Allegra – a cui abbiamo inoltrato richiesta di incontro e opportuna informazione, ci mette nella condizione di non considerarlo il ‘Salvatore’ o il ‘Profeta’ e di continuare a svolgere il nostro ruolo sindacale con gli strumenti propri del sindacato: tavoli di trattativa e percorsi sindacali, mediazioni e solo ove occorra e nelle giuste misure, proteste e manifestazioni. Tutto il resto non ci compete, non lo pratichiamo, non lo scegliamo. Per noi l’attività sindacale si svolge sui tavoli relazionali, non nei salotti mediatici eludendo contemporaneamente i luoghi del concreto agire sindacale”.

Qualcosa di strano, quindi, c’è. E’ vero. – sostiene Allegra – Ma non è nella legittima protesta dei lavoratori esasperati, piuttosto è da ricercare nella conduzione sindacale della protesta. Non si fa trattativa sindacale rendendo impercorribile ogni tavolo relazionale diventando, anche inconsapevolmente, funzionali a quelle forze e a quegli interessi che approfittano della debolezza messinese per non dare le risposte dovute ai lavoratori tutti del Teatro Vittorio Emanuele ed alla missione dell’Ente nel territorio. La Fistel Cisl, ancora una volta, fa un appello a tutte le parti, a partire da Slc Cgil e Uilcom, per realizzare un contesto messinese unitario e coeso per il nostro Teatro, per la cultura a Messina, percorrendo la responsabile via della mediazione e della sintesi”.

FRANCESCO TRIOLO

RESPONSABILE UFFICIO STAMPA

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