Cittanova ricorda le vittime del bombardamento del 20 febbraio 1943

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imagesE’ stato celebrato ieri mattina il settantesimo anniversario del bombardamento alleato su Cittanova. Una ricorrenza legata ad un fatto drammatico ed eroico insieme, che con forza ha caratterizzato l’identità della comunità cittadina. Perché ricordo limpido di una delle pagine più buie della storia cittanovese, e insieme pagina altissima di valore e senso della Patria. Il 20 febbraio 1943 aerei del contingente alleato sganciarono 23 tra bombe e spezzoni incendiari sul comune aspromontano. I morti furono 103, centinaia i feriti. Ingenti i danni alle abitazioni, al sistema elettrico pubblico, al reticolo stradale del paese. Un’ecatombe senza precedenti che proiettava Cittanova nella prima linea di fuoco del conflitto bellico.

Ieri mattina, alle ore 9,30 presso la Chiesa Matrice di piazza Garibaldi, il parroco don Giuseppe Borelli ha celebrato la messa in suffragio delle vittime. «La pace – ha ricordato Borelli – agisce a cerchi concentrici. Dapprima parte da noi, da ogni singolo uomo, che costruisce la pace dentro di se. Poi opera nell’ambito familiare, e via via verso tutte le comunità del mondo. Come un sasso gettato nello stagno».

Alla celebrazione hanno preso parte gli amministratori del Comune di Cittanova insieme al sindaco Alessandro Cannatà, le Forze dell’Ordine rappresentate dalle massime espressioni locali, le associazioni del territorio. Importante la partecipazione dei cittadini e degli studenti degli istituti scolastici di Cittanova.

Il corteo, finita la messa di suffragio, si è diretto verso la chiesa della Sacra Famiglia, nel corso Italia, dove è stata deposta una corona in onore ai caduti.

Contestualmente l’Amministrazione comunale ha posato una stele di marmo celebrante la medaglia di bronzo al merito civile che il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha consegnato al Comune di Cittanova nel 2010. Il 20 febbraio 1943, infatti, quando ancora gli aerei Alleati solcavano i cieli della Piana sganciando il loro carico di morte, i cittadini cittanovesi scavavano con le mani per tirare fuori i cadaveri e soccorrere chi ancora era vivo sotto le macerie. Un atto di coraggio e altissimo senso della comunità che il Presidente della Repubblica Italiana ha voluto innalzare ad esempio per l’Italia.

«I nostri concittadini – ha affermato il sindaco di Cittanova, Alessandro Cannatà – hanno costruito con le loro mani e il loro sangue una pagina importante della storia italiana. Una delle più alte e significative per questa terra. Oggi noi posiamo questa lastra di marmo come monito a tutti gli uomini perché si lavori incessantemente per la pace e per la messa in atto di tutti i principi fondanti della nostra Repubblica».

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